Un’altra vittima sul monopattino. Basta morti, ora casco e corsi di guida

Roma, 34enne perde la vita. Un ferito anche a Milano. Le autoscuole: bisogna aumentare la sicurezza

A Milano il primo corso di guida per monopattini

A Milano il primo corso di guida per monopattini

L’impatto con un’auto all’incrocio e il volo di alcuni metri prima dello schianto sull’asfalto. Tragico incidente l’altra notte nel centrale quartiere Trieste a Roma. La vittima è un cittadino nigeriano di 34 anni che si trovava a bordo di un monopattino. L’incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte. Da una prima ricostruzione della polizia locale, sembra che i due veicoli provenissero da direzioni diverse e che uno sia passato all’incrocio con il semaforo rosso. Rimane da stabilire quale. Sono ancora in corso indagini da parte dei vigili per ricostruire l’esatta dinamica e accertare le responsabilità. Al volante dell’auto c’era un 19enne che si è fermato a prestare soccorso. È stato portato in ospedale per gli esami di rito sull’eventuale assunzione di alcol e droga, di cui si attendono gli esiti. I vigili hanno effettuato a lungo i rilievi sul luogo dell’incidente. Al vaglio ci sono ora le registrazioni delle telecamere e il racconto di testimoni che hanno assistito alla scena. La vittima sembra non indossasse il casco quando è avvenuto l’impatto con la macchina che lo ha sbalzato in aria per qualche metro. Sempre ieri, nel tardo pomeriggio, un altro incidente ad Arconate nel Milanese: travolto da un veicolo un sessantenne, che sbalzato a terra ha subìto un gravissimo trauma cranico ed è stato ricoverato in fin di vita all’ospedale di Legnano.

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Roma, incidente in monopattino: un 34enne perde la vita nello scontro con un'auto

Monopattino e skate: incidenti in aumento

Christian Filippi, 48 anni, segretario nazionale di Confarca, confederazione che rappresenta oltre 2.500 scuole guida in Italia. Cosa deve ancora accadere perché ci rendiamo conto che con queste regole il monopattino è pericoloso?

"La domanda andrebbe rivolta all’onorevole che in commissione Trasporti mi ha obiettato: per massa e velocità il mezzo non può far danni".

Purtroppo la cronaca dimostra il contrario, già sette morti da gennaio, nel conto va messa anche un’anziana investita. Come si rimedia?

"Casco obbligatorio per tutti, non solo per i minorenni com’è oggi. Poi migliorìe tecniche: ruote più grandi, doppio freno. Ma prima di tutto un attestato di guida".

Parla pro domo sua?

"No, veramente l’abilitazione si può conseguire anche negli istituti scolastici, non solo nelle autoscuole. Il corso deve prevedere almeno sei ore di teoria e due di guida, si parla proprio dei rudimenti della circolazione stradale".

L’ultima vittima è un nigeriano, ad agosto erano morti prima un 27enne dello Sri Lanka a Firenze poi un coetaneo filippino a Roma.

"Non è un caso. Si parla di persone che non hanno mai avuto i fondamenti dell’educazione stradale. I giovanissimi che non hanno la patente forse riescono ancora a cavarsela, a scuola qualcosa hanno fatto. Il problema è per chi invece ha abbandonato gli studi o è arrivato in Italia dopo l’età scolare".

Aveva 13 anni Fabio, la vittima di Sesto Milanese.

"Gli era stato prestato il monopattino da un amico più grande. Il mezzo privato è privo di assicurazione. Su chi si ribalterà la responsabilità? Abbiamo una famiglia rovinata, che ha perso un figlio, il dolore più grande che possa capitare. E un’altra famiglia rovinata dal punto di vista economico".

La sua conclusione?

"La direi così: il monopattino è semplicemente un giocattolo che noi adulti per esigenze di micromobilità abbiamo voluto trasformare giocoforza in un veicolo. Non è adeguato al traffico. Ruote troppo piccole, l’esperienza ci dice che basta un’asperità del terreno per far ribaltare il veicolo".

Quanto conta lo stato delle strade?

"Molto. Sulle piste ciclabili siamo indietro, rispetto ad altri paesi europei. O meglio, si va un po’ a macchia di leopardo. Alcune regioni hanno spinto di più, altre molto meno".

Ma basteranno queste migliorìe?

"Dobbiamo rendere responsabili i conducenti. Perché sono l’anello debole di una catena, tanto quanto i ciclisti e i pedoni".

Cosa vuol dire?

"Se l’utente è consapevole che può farsi molto male, il suo comportamento sarà rapportato a questa coscienza".

In altre parole?

"Ogni veicolo portato da persone non formate diventa un’arma. Un’arma che in questo caso non è rivolta verso gli altri ma verso se stessi. Siamo stufi di vedere questo scempio alla circolazione stradale".

Ci sono differenze tra privato e sharing: servono 14 anni per guidare entrambi ma il monopattino in affitto ha l’obbligo di assicurazione.

"E poi è dotato di una tecnologia più sofisticata".

Controllato da remoto, non ti consente di taroccare la velocità.

"Con il tracciamento gps per le aree pedonali dove bisogna andare più piano. Se viene manomessa la centralina, il mezzo si blocca. Per il monopattino privato, invece, basta un ragazzo che frequenti il tecnico".

Come si corregge, questa pericolosa libertà?

"Bisognerebbe impedire la manomissione. Se non ci fosse questa possibilità, la velocità attuale di 25 kmh o di 6 nelle aree pedonali andrebbe bene. Il problema è che questo obiettivo nella sostanza è impossibile".