Giovedì 18 Aprile 2024

Un’alleanza per contenere Cina e Turchia

Raffaele

Marmo

Il dopo Merkel passa dal nuovo asse Roma-Parigi e da quello che è stato ribattezzato il Trattato del Quirinale. E di questo, "anche" di questo, come italiani, presto o tardi, dovremo essere grati a Sergio Mattarella e a Mario Draghi. Perché, in una temperie straordinaria e inedita della storia del mondo e dell’Europa, quando a prevalere è l’algoritmo della realtà accelerata, per una volta, invece, fa premio la visione degli statisti che traguarda l’oggi e approda direttamente al tempo futuro che per forza ci dovrà essere.

Lasciamo ai dietrologi dell’antropologia negativa, alle lobby filo-cinesi e ai critici in servizio permanente effettivo la disamina dei rischi e dei pericoli che correrebbe l’Italia con l’accordo storico firmato ieri nella Capitale dal nostro premier e dal Presidente francese, Emmanuel Macron.

Concentriamoci, invece, sulla dimensione politica dell’intesa. Abbiamo "invidiato" per decenni la speciale amicizia franco-tedesca, sancita, dopo secoli di guerre, con il Trattato dell’Eliseo del 1963 tra Charles de Gaulle e Konrad Adenauer, rilanciata e ampliata dal Trattato di Aquisgrana del 2019 tra Macron e Angela Merkel. Ebbene, ora tocca a noi, non prendere il posto della Germania, ma di sicuro entrare nel "grande gioco" dei tre campioni d’Europa: e non è fuori portata immaginare che si possa arrivare anche formalmente a un’intesa triangolare negli anni a venire.

Di certo, nel frattempo, la cooperazione rafforzata Italia-Francia può servire a entrambi i Paesi non solo per chiudere i controversi dossier aperti (a cominciare dalla Libia, fino alle partite industriali e finanziare non risolte), ma anche e principalmente per sostenere tutti i progetti più innovativi e strategici nelle telecomunicazioni, nella difesa, nell’intelligenza artificiale, nel cloud, e per contenere l’avanzata cinese nel Vecchio Continente, come anche quella turca. Insomma, un buon affare per le future generazioni dei nostri Paesi.