Un’ala intera per il parto di Belén Polemica all’ospedale di Padova

I sindacati criticano la trasformazione di una struttura pubblica in clinica privata

Migration

"Un’ala del terzo piano chiusa e completamente riorganizzata, come in una clinica privata". I sindacati accendono la polemica sull’organizzazione tenuta dall’ospedale di Padova durante il parto di Belén Rodríguez, che ha dato alla luce la sua secondogenita Luna Marì, lo scorso 12 luglio.

L’annuncio della nascita – avvenuta nella notte della festa per la vittoria dell’Italia agli Europei – era stato dato dalla stessa showgirl lunedì su Instagram, con tanto di foto di una scarpina rosa. La Rodríguez aveva scelto l’ospedale di Padova, invece che quello di Milano, dove abita, e la sua presenza non era passata inosservata nei giorni precedenti il parto.

Fatto sta che, con tanto di cartello la cui foto è girata nelle chat dei dipendenti del reparto Ostetricia (ecco il testo: "Causa Belén, disattivati i pulsanti del terzo piano degli ascensori"), pare si sia deciso di isolare il più possibile la partoriente, assicurandole la massima privacy.

"Abbiamo avuto diverse segnalazioni – ha detto Alessandra Stivali, della Fp-Cgil, al Mattino di Padova –. Ci risulta che un’ala del terzo piano, dov’era ricoverata Belén, sia stata chiusa e riorganizzata. Quello che noi pensiamo però è che si tratta pur sempre di un ospedale pubblico, dove il personale è stato costretto a spendere energie per riorganizzare un intero piano oltre che per contenere la presenza di paparazzi. Insomma per delle necessità specifiche non giustificabili". E così la polemica è servita.

red. int.