Giovedì 25 Aprile 2024

Unabomber, Francesca Girardi: "Mi sorrideva, poi l’esplosione. È ancora tra noi"

Mutilata da bambina dall’evidenziatore-bomba mentre giocava sul Piave. "Mai scorderò quel viso, aveva i capelli brizzolati ma era giovane. Le indagini riaperte? Finalmente"

Francesca Girardi, 28 anni, si occupa di marketing per una multinazionale

Francesca Girardi, 28 anni, si occupa di marketing per una multinazionale

Aveva 9 anni quando le esplose in faccia un evidenziatore. Stava giocando con un amichetto vicino al Piave: perse un occhio e una mano. Da quel giorno lotta per trovare Unabomber. Francesca Girardi, 28 anni, è l’unica vittima superstite ad aver visto in faccia il terrorista che dal ‘94 al 2006 mise a segno 28 attentati nel Nordest.

Quasi 20 anni e 5 inchieste da quel giorno. Ora vengono riaperte le indagini a Trieste: che emozioni ha provato?

"Una gioia incontenibile, ma non ho ancora realizzato bene. Finalmente c’è chi vuole capire cosa davvero è successo. Per noi vittime serve la parola ’fine’ a questa vicenda".

Pensa sia vivo Unabomber?

"Credo di sì: è nascosto tra noi, sta male ed è pericoloso. Spero che mi segua sui social e legga quello che dico. Unabomber, pur togliendomi tanto, mi ha dato altrettanta forza".

Torniamo al 25 aprile 2003, quando aveva 9 anni ed era sul Piave a Fagarè: cosa ricorda?

"Giocavamo attorno a un pilone del ponte sul Piave con Marco, un mio amichetto. Siamo stati lì ore e l’evidenziatore non c’era, poi ci siamo allontanati un attimo a fare merenda. Quando siamo tornati a rincorrerci ecco l’evidenziatore. Messo in bella mostra per noi: entrambi lo abbiamo notato e abbiamo fatto una gara per prenderlo e aprirlo. Purtroppo l’ho vinta io. Qualche istante prima di aprirlo, mi sono accorta di un signore che ci guardava e sorrideva. Ma non era un semplice sorriso. Ci stava dicendo: ’Io so qualcosa che tu non sai’".

È sicura che sul greto del fiume Unabomber fosse lì a guardarla: com’era quell’uomo?

"Sono sicura. Aveva pochi capelli brizzolati, sembrava un ’giovane anziano’ ma era ’giovane’, aveva occhiali con lenti degradate e una camicia hawaiana. Se ci ripenso, lo rivedo tuttora, con le mani in tasca".

Ha mai fatto disegnare l’identikit dell’uomo sul fiume?

"No, ero troppo piccola".

All’epoca le sue dichiarazioni ai carabinieri su quell’uomo non furono prese sul serio?

"Mi hanno ascoltato, facendo tutto il possibile credo".

Se si trovasse di fronte Unabomber, cosa vorrebbe dirgli?

"Io odio e rancore non so cosa siano. Niente potrà cancellare ciò che è successo, ma vorrei capire e chiudere il cerchio. È un pezzo del puzzle che manca. Gli farei tante domande: perché l’hai fatto? Come hai vissuto fino a oggi? Chi sei? Chi ti ha aiutato?".

Sarebbe capace di perdonarlo?

"Se mai dovesse chiedermi scusa, forse sì. Ma non avendo un colpevole, devo solo fare i conti con la vita".

Come si spiega il fatto che gli attentati a un certo punto, 16 anni fa, siano terminati?

"O non poteva più compiere attacchi o ha trovato un’alternativa per sfogarsi".

Come le ha cambiato la vita quell’esperienza?

"A 9 anni sono diventata adulta, quasi vecchia. Ho perso l’infanzia e imparato a vivere in un mondo difficile. Più che pensare a ciò che mi ha tolto, però, ragione su cosa mi ha regalato: grinta e forza di volontà".

Aprire evidenziatori le è più stato possibile? Ci sono azioni che non è riuscita a compiere per il trauma?

"Vado in bici, vado in snowboard, guido l’auto: faccio tutto. Ho imparato a vivere la mia vita nonostante tutto. Certo, ho una sola mano e tante azioni contemporanee non posso farle".

Cosa e chi l’hanno aiutata a superare le difficoltà?

"I miei genitori, mia sorella, ma devo ringraziare tutto il mio paese, Oderzo, che mi è stato vicino".

Ha mai incontrato le altre vittime?

"No, ma sto iniziando ora: sento Greta, Claudio, Nadia. È strano, in effetti: perché non abbiamo mai festeggiato la vita insieme? Magari lo faremo".

Ritiene che Zornitta (unico indagato poi prosciolto) abbia diritto a un indennizzo dallo Stato per quello che ha ingiustamente subito?

"Se si ha la certezza assoluta che è innocente, si merita un risarcimento".

Di quel dramma che segni, oltre a quelli fisici, porta ancora dentro?

"Unabomber non ha il diritto di conoscere le mie ferite, almeno finché io non saprò chi è lui".

Da ragazza sognava di fare l’assistente sociale. Oggi cosa sogna Francesca?

"Prima volevo aiutare gli altri, poi mi sono resa conto di aver vissuto un’esperienza troppo grande e fatico a stare dietro a tutto lo strazio anche degli altri. Ora voglio essere felice e viaggiare".

È fidanzata?

"No, ma sento sempre il bisogno di condividere la vita con qualcuno".

Cosa rappresenta il 25 aprile?

"Quando vivevo in Veneto, quel giorno andavo sempre al Piave. È un anniversario, un giorno importante: segna un passaggio che va festeggiato. È successo un fatto orribile, ma sono viva".