Mercoledì 24 Aprile 2024

Una vita in fuga Con “I versi satanici“ sfidò l’Iran di Khomeini La fatwa di 33 anni fa

Nel mirino il suo bestseller, fu bruciato nelle piazze. "È blasfemo". L’ayatollah lo condannò a morte e lui si rifugiò a Londra sotto scorta

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Roberto

Giardina

Dieci anni fa, Salman Rushdie pubblicò un’autobiografia col titolo ’Joseph Anton’, il nome che su consiglio della polizia si era scelto per nascondersi nell’anonimato e sfuggire ai giustizieri. I nomi degli scrittori che amava, Conrad e Cecov. Una scelta ironica e amara.

Una parte della sua vita si è svolta nell’ombra e lui – nato a Bombay, in India, nel 1947, in un ambiente famiglia di commerciati – si considera un occidentale, con radici indiane, e scrive in inglese. Non si è mai sentito al sicuro, ha confessato in una recente intervista. La fatwa, una condanna a morte emessa senza processo, senza una difesa per l´imputato, è per sempre, e può essere eseguita da chiunque. La sua colpa aver scritto i ’Versi satanici’, un romanzo con il sapore della fiaba, pubblicato a fine settembre del 1988, quando il mondo era ancora diviso tra l’Occidente libero e l’impero del male, come Ronald Reagan definì l´Unione Sovietica. Pochi prevedevano l´insorgere del terrorismo islamico.

Rushdie racconta le storie di emigranti indiani in Inghilterra, mischiate a episodi dalla vita di Maometto, non di sua invenzione, presi da antiche leggende sul profeta. Ad esempio, l’arcangelo Gabriele detta a Maometto alcuni versi diabolici suggeriti da Satana, e che sono inseriti nel Corano, e che già nel Medioevo suscitarono dispute tra i teologi. L’arcangelo Gabriele è venerato dai musulmani. La reazione fu subito più forte in India, la casa editrice, la Viking Press, ricevè decine di migliaia di lettere con minacce all´autore. E la protesta si allargò a tutti i paesi arabi, e alle comunità musulmane in Europa e negli Stati Uniti. Ma autorità religiose nell’Arabia Saudita e in Egitto giudicarono la fatwa illegale perché emessa senza aver dato al condannato la possibilità di difendersi, e inoltre non dovrebbe aver valore al di fuori del mondo islamico.

A gennaio del 1989, copie del romanzo vennero date alle fiamme in piazza a Bradford, in Inghilterra. Shar Azam, l’imam della moschea locale, giustificò l´azione: "I versi satanici sono un libro pornografico, le pubblicazioni oscene vengono vietate e bruciate anche dagli inglesi". Il 14 febbraio del 1989, per ironia il giorno diSan Valentino, Khomeini a Teheran lesse alla radio la fatwa per lo scrittore, per gli editori, i traduttori, per tutti coloro che avrebbero aiutato la distribuzione del libro: "Invito i fedeli a giustiziare i colpevoli". La condanna a morte fu ripresa e trasmessa in tutto il mondo islamico, anche in America e in Europa.

Da quel giorno Rushdie è stato condannato a una segregazione volontaria per sfuggire ai fanatici. Una fondazione iraniana pose una taglia sulla sua testa di un milione di dollari, da pagare agli eredi se l’attentatore avesse perso la vita per compiere la fatwa. Le autorità inglesi misero subito sotto sorveglianza lo scrittore, protetto 24 ore al giorno. Nei primi mesi, Rushdie cambiò una cinquantina di volte il rifugio. Solo nell’aprile del 1990, concesse per telefono un’intervista alla BBC: "Trascorro la mia vita leggendo e scrivendo, è una vita semplice, quella che concessa a chi deve vivere in una stanza".

In tutto il mondo gli islamici devastarono librerie che vendevano il libro proibito e le sedi di case editrici. Il traduttore italiano, Ettore Capriolo (scomparso nel 2013), il 3 luglio 1991, ricevé nella sua abitazione in via Curtatone un iraniano che si era presentato con una scusa. Appena entrato, lo aggredì a pugnalate, lo colpì nove volte riducendolo in fin di vita. Capriolo ricevé un mazzo di fiori da Mondadori, ma neppure una riga da Rushdie.

Pochi giorni dopo a Tokyo venne ucciso il traduttore Hitoshi Higarashi. Anche il premio Nobel, l´egiziano Nagib Mahfur, fu condannato a morte da uno sceicco per aver lodato Rushdie. Ancora nel 2015, la partecipazione dello scrittore alla Buchmesse, la Fiera del Libro, provocò la protesta di Teheran e molte case editrici iraniane lasciarono deserti i loro stand. I ’Versi satanici’ divenne un bestseller venduto in milioni di copie e continua a essere venduto nelle edizioni economiche.