Mercoledì 24 Aprile 2024

Una rete a misura del nuovo clima

Gabriele

Canè

Proviamo a farla semplice: se il clima ci porta eventi eccezionali, non li possiamo contrastare con mezzi normali. Detta così può sembrare una banalità. Ma visto quello che sta succedendo in Emilia-Romagna e che accade sempre più spesso in ogni angolo del Paese, e del mondo, l’enunciazione, per non restare "banale", deve avere un esito pratico: tutte le opere di contrasto al degrado del territorio, alla esondazione delle acque, non possono più essere come quelle fatte o progettate fino ad ora. Perché non bastano, non sono sufficienti. Troppo deboli, troppo fragili. Non si può più dire: è successo perché sono caduti in un giorno gli stessi millimetri di pioggia che cadevano in un anno. Intanto perché questo capita già da tempo. Poi perché capiterà sempre più spesso.

Allora, i tecnici dovranno prendere in mano i progetti non attuati (tanti), le vecchie infrastrutture, quelle ancora da cantierare, e che tutto venga rivisto e riprogettato a misura di questo clima normalmente eccezionale. Il che non significa fare tutto e subito. Impossibile. Ma impostare diversamente il futuro e consolidare il passato, quello sì. Poi, occorre danaro. Tanto. Il Pnrr ne sta distribuendo per ammodernamenti necessari, ma anche per progetti ridicoli, giustamente ammuffiti nei cassetti degli enti locali. Visto che la necessità, e la lentezza della nostra macchina statale, ci obbligano a rivederlo, bene: eliminiamo dal Pnrr tutte le furbizie italiche come tanti leader ora chiedono, bande, musei, campi da golf, e trasferiamo le risorse nella lotta alla pari con le spallate del clima. Una goccia nel mare di quanto servirà. Certo. Ma anche un primo passo. Il segnale per tutti che da ora in poi non reagiremo a mani alzate o con una fionda alle cannonate del cielo. Che noi abbiamo reso sempre più potenti.