Una perizia calligrafica lo portò in carcere

La svolta sul delitto Macchi arrivò nel 2016 quando la procura generale di Milano, che nell’aprile 2015 avocò le indagini fino quel momento condotte senza risultati dai pm di Varese, indicò in Stefano Binda l’assassino della studentessa. Questo grazie ai risultati di una consulenza grafologica che identificò nell’uomo l’autore del la poesia "In morte di un’amica". Testo recapitato in forma anonima alla famiglia Macchi nel giorno dei funerali di Lidia e attribuita dai pm al responsabile dell’omicidio.