Sabato 20 Aprile 2024

Una pagina dopo l’altra E sarà la vita

Matteo

Massi

hai letto papà? Si rigira tra le mani Il richiamo della foresta, secondo la versione di Geronimo Stilton, e si vede nitidamente nel viso (dagli occhi che parlano fino al sorriso che si apre ampio) tutta la curiosità di una bambina di nove anni, mia figlia. "Sì, l’ho letto", le dico. Ma la versione originale, quella di Jack London. "Quando potrò leggerlo io?". Anche subito, appena finita la versione del simpatico topo.

Perché non è tanto il leggere – azione meccanica che s’impara sin da piccoli – ma è il condividere. Soprattutto tra figli e genitori.

A Laura, 37 anni, è stata negata la condivisione (fisica) della lettura con il figlio Tommaso. Un male l’ha portata via. Ma è riuscita, nel momento più duro (l’ultimo miglio, quello che separa la vita dalla morte, affrontato con la consapevolezza che inevitabilmente si andrà incontro a quest’ultima) a fare un grande dono al suo piccolo: ogni anno per il suo compleanno riceverà un libro che lei ha scelto per lui.

Non è solo una pila di volumi ma è un cordone ombelicale immateriale che lega indissolubilmente Tommaso a Laura. Una forma diversa di condivisione. Tommaso crescerà, leggendo quei libri. Certo non potrà chiedere alla mamma "Tu l’hai letto?", ma in cuor suo saprà sempre che sua madre con quel dono gli ha dato una serie d’indicazioni sparse, ma preziose, per il futuro. Starà a lui ritrovarle su quelle pagine e decifrarle.

A proposito di Jack London ancora, ma Zanna bianca in questo caso, c’è una frase che da bambini abbiamo letto, cui magari proprio per la (tenera) età non abbiamo dato peso: "È più facile appoggiarsi a un altro che stare in piedi da solo". Tommaso ha già imparato a stare in piedi da solo. E a quei libri potrà sempre appoggiarsi: non saranno una scorciatoia, ma una direttissima per la vita.