Giovedì 18 Aprile 2024

Una maratona web contro il femminicidio. La Casellati: non parlate mai di amori malati

Dalla pop star Paola Turci alla regista Cristina Comencini tutte le donne hanno raccontato i loro momenti più difficili. La scrittrice Silvia Avallone: "Sacrificare la propria felicità per quella degli altri è una frustrazione che si trasmette"

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L’importanza dei fatti. Ne hanno anche le parole. Pesano, è un’evidenza. Possono anche ammazzare. Per questo la presidente del Senato Elisabetta Casellati dice di usarle pane al pane, "con responsabilità", nel messaggio di apertura della maratona web, organizzata e promossa da Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino), nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un confronto pieno di emozioni e fragilità, perché la vera forza è togliere la maschera (ma non la mascherina) per essere se stesse. Sempre. Come negli spezzoni di vita delle ospiti del mondo della cultura, dello sport, della politica e dello spettacolo. Che si sono spogliate ieri nella diretta web, ancora visibile on demand sul canale YouTube di Quotidiano.net, per un impegno che il gruppo editoriale non abbandona. "La violenza su una donna e il femminicidio vanno raccontati in tutta la loro crudezza – spiega Casellati –. Non chiamatelo ‘estremo gesto d’amore’ o ‘amore malato’ perché questi crimini sono quanto di più lontano ci possa essere dall’amore".

Parole, dunque. Come le tre – talento, bellezza, successo – che hanno dato vita a un dibattito online su tutti i canali social del gruppo editoriale contro gli stereotipi e i pregiudizi che limitano la libertà femminile. Una corsa fuori dal recinto, saltando gli ostacoli della retorica e tagliando il traguardo, fra spunti e intuizioni, nelle storie di gioia e di dolore. Un percorso condotto dalla direttrice de La Nazione Agnese Pini, accompagnata da Luisa Bagnoli, presidente e fondatrice di Beyond International. Le parole, per vincere con i fatti. Perché "quello che non ha un nome non esiste", e se le parole declinate al femminile "suonano male" è soltanto "perché non le abbiamo mai usate", dice Bagnoli. Sì all’architetta, anche se si può prestare ad allusivi giochi di parole negli archetipi maschilisti da demolire, sì alla ministra, alla direttrice. Sono le parole a scrivere e descrivere storie e vite. Il coraggio di usarle serve alle donne nel loro "tragitto verticale" per scoprire il proprio talento, come sostiene l’editrice Elisabetta Sgarbi.

Elisabetta Sgarbi
Elisabetta Sgarbi

Vite, quelle delle donne, caratterizzate troppo spesso da catene di rinunce. "Ma sacrificare la propria felicità per la felicità degli altri, è una frustrazione che si trasmette", e la scrittrice Silvia Avallone inneggia alle storie di amicizia fra donne che servono "a rompere la catena" ed entrare "nel laboratorio della propria identità", che è poi l’anticamera della libertà. Non basta un’immagine per raffigurare una donna: siamo storie. Ognuna delle protagoniste della maratona ha attraversato almeno una tempesta, anche la calciatrice Stephanie Ohstrom, che difende fra i pali la Fiorentina Women’s, il cui prossimo obiettivo è che il calcio femminile venga riconosciuto attività professionistica.

Storia e storie, volti e sguardi per una battaglia che si gusta in un piatto: è stato così per la chef stellata Antonia Klugmann. Tu fatti bella per te, canta Paola Turci, fatti bella anche se a 18 anni il fidanzato ti ha picchiata per un’immotivata gelosia, anche se a 13 anni sei stata molestata dal vicino di casa. Fatti bella perché hai accettato le cicatrici, tutte. E per questo sei più bella. La bellezza oltre l’estetismo, perché "la bellezza è uno sguardo sulla diversità". È convincente l’architetta Francesca Perani. Sostenuta dalla scrittrice e regista Cristina Comencini persuasa che l’entrata in società delle donne "cambia tutto, anche il concetto di bellezza", proprio per "quello sguardo diverso". Successo? Non si scambi per il demone del potere, archetipo maschile per eccellenza cui la rettrice della Scuola Sant’Anna di Pisa, Sabina Nuti, preferisce "responsabilità". La bacchetta di Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra, guida la sinfonia. Con le donne, per le donne. E che non si facciano la guerra. Anche la giovanissima Sofia Viscardi, content creator, ha già provato i limiti. Le donne possono essere per le donne il peggior nemico.