Mercoledì 24 Aprile 2024

Una leader per l’Italia Sì, Meloni è un modello

di Sofia

Ventura

Non si placa il dibattito sul post-fascismo meloniano ed è partito quello sul genere. Già, perché Giorgia Meloni è l’unica leader donna che l’Italia politica abbia mai conosciuto. Ha fatto discutere l’intervento di Natalia Aspesi che ha rifiutato l’idea, caldeggiata in un documento femminista, di un voto al femminile, delle donne per le donne, che implica una subordinazione al genere della dimensione politico-ideologica. Aspesi ha ragione. Perché, anche se numerosi studi hanno rilevato una tendenza delle donne a rapportarsi in modo diverso rispetto al potere, ogni caso specifico è una storia a sé e il fatto di essere donna di per sé non garantisce nulla. Mentre ha torto Elly Schlein quando afferma che non ce ne facciamo nulla di una leader donna che non difende i diritti di tutte le altre donne. Perché le donne hanno innanzitutto il diritto di non subire discriminazioni, stereotipi; l’esempio di chi ha superato le une e gli altri è comunque utile. Poi ogni donna sarà libera di scegliere la propria visione del mondo.

Il personaggio Meloni proietta l’immagine di una donna con forte personalità, autonoma, che non chiede permesso. Per questo è un modello di ruolo. Mostra che si può fare e come si può fare. Questo può favorire altre donne, suggerendo che c’è altro oltre la cooptazione e la fedeltà. Il moltiplicarsi dei modelli di ruolo aumenta la possibilità per altre donne di farcela e che ciò avvenga non può essere visto solo come una ‘utilità sociale’, ma anche come l’affermazione di un diritto individuale: non vedersi, di fatto, negati certi percorsi perché donna.

Poi, certo, una presenza paritaria di uomini e donne nell’universo della politica significa anche un suo arricchimento, forse anche un mutamento profondo. Ma, di nuovo, ciò può avvenire solo se qualcuna comincia ad abbattere le barriere, in particolare quelle legate all’esercizio del comando. Si può, dunque, valutare negativamente la visione della società e della famiglia di Meloni e ritenere che, come premier, non fornirebbe alcun input positivo alle politiche di potenziamento del ruolo della donna. Ma si può al tempo stesso comprendere che il suo modello svolge comunque una funzione. Non è necessario votarla per esserne consapevoli. Però, esserne consapevoli potrebbe fornire nuovi input. Ad esempio, perché Schlein non prova a scalare questa sinistra disastrata abitata da tanti galli nel pollaio e a misurarsi finalmente con la leadership?