Una lacrima sulla frode: Bobby Solo truffato

La denuncia alla procura di Napoli. "Da 30 anni i miei brani diffusi nel mondo senza il mio consenso, mai incassati i diritti d’autore

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di Nino Femiani

Un furto sul pentagramma, scritto in tutte le lingue del mondo. Una sottrazione universale di diritti d’autore che ha fatto davvero piangere Roberto Satti, in arte Bobby Solo, autore della celebre "Una lacrima sul viso". Il quale non pensava affatto che a 75 anni suonati dovesse ancora soffrire per il taccheggio delle sue celebri melodie. Da una lacrima sul visoho capito molte cosedopo tanti tanti mesiora so cosa sono per te, cantava l’artista romano. Infatti, a distanza di anni, Bobby – celebre per essere stato l’epigono italiano di Elvis Presley (con Little Tony) – si è accorto che le innumerevoli traduzioni della canzone con cui rischiò di piazzarsi primo al Festival di Sanremo del 1964 (non vinse quell’anno perché cantò in playback a causa di un abbassamento della voce, ma trionfò al box office) e anche di un’altra canzone cult come "Se piangi, se ridi" non gli hanno portato neppure un euro in cassa. I suoi motivi, scritti con Mogol, e che ebbero un travolgente successo oltreoceano grazie alla interpretazione di Frankie Lane, leggenda della musica Usa (250 milioni i dischi venduti) non hanno avuto alcun riscontro sul suo conto corrente, rimasto a secco.

Per questo motivo Bobby ha presentato una denuncia alla procura di Napoli per un trentennale furto dei diritti sulle sue canzoni che continuano a circolare in mezzo mondo. Ad esempio in Corea del Sud, Bobby è una vera star anche per aver sposato una hostess di origini coreano-statunitensi, Tracy Quade. Bobby Solo ha scoperto la frode quasi per caso, smascherando il "pirata" a margine di un’altra causa. Infatti il cantante ha conosciuto l’identità del responsabile dei server usati dalla "pirateria" italiana per la diffusione illegale di film, telefilm, musica e libri, grazie a un processo alla corte statunitense aperta da "Lux Vide" rappresentata da "Emme Team" un trade mark sotto il quale studi legali e professioniali, negli Stati Uniti d’America e in Europa, lavorano insieme per dare assistenza sul diritto d’autore. Dopo che le prove della "pirateria" sono risultate schiaccianti, decine di artisti hanno iniziato a presentare denuncia presso la procura napoletana per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Bobby Solo si è così accorto non solo che nessuno gli aveva versato alcun diritto, ma che addirittura gli avevano anche scippato la "paternità" delle sue canzoni più celebri. Alcuni truffatori, addirittura, per ottenere prestiti bancari avevano presentato a garanzia il copyright di motivi celeberrimi come "For Your Love", versione inglese di "Una lacrima sul viso". Non solo zero diritti, ma anche disconosciuto come autore: una doppia beffa. E questo a un artista mai venale ("Ai soldi non ho mai badato. Negli anni Sessanta la Ricordi mi propose il 2% dei guadagni, ai grandi cantanti dava il 7 o l’8. A me pareva troppo, dissi che bastava l’1", spiegò in un’intervista) ha fatto saltare la mosca al naso.

Bobby ha ingaggiato la "Emme team", lo studio americano conosciuto in Italia per la vicenda di Tiziana Cantone, che ha scoperto che nella corposa rete pirata (5-600 milioni all’anno) era rimasto intrappolato anche lui. "Versioni delle canzoni di Bobby Solo sono state realizzate in francese, tedesco, inglese, coreano, cinese e giapponese, senza che il compositore potesse percepire quanto dovuto. Ora finalmente l’artista è tornato proprietario della musica da lui composta".