np_user_4025247_000000
RAFFAELE
Cronaca

Un territorio che merita l’unità di tutti i partiti

Raffaele

Marmo

Il decreto "Emilia-Romagna" c’è. Ora c’è da augurarsi che ci sia l’unità di tutte le forze politiche perché il provvedimento diventi legge il prima possibile. Senza bisogno di fiducie, tentennamenti, manovrine e trattative sottobanco. E, ugualmente, c’è da auspicare che il clima di concordia nazionale di fronte alla tragedia che ha colpito un’intera regione si trasferisca nella delicata fase della ricostruzione.

Possiamo dire che, a meno di non essere inopinatamente smentiti, le premesse per la condivisione degli impegni e delle responsabilità fino a ora ci sono state e ci sono. La visita della premier Giorgia Meloni nelle martoriate terre del fango, il confronto tempestivo con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con i sindaci e con le parti sociali del territorio, la definizione rapida di un provvedimento denso e concordato, ebbene sono fatti che vanno nella direzione giusta e più proficua per le popolazioni colpite. E, del resto, la sostanza è nelle stesse parole dei protagonisti di queste giornate, che hanno segnalato il clima di massima collaborazione istituzionale tra governo, regione e istituzioni locali.

Sarebbe, dunque, paradossale che questo spirito unitario non trovasse eco adeguata e sviluppo efficace anche nel passaggio parlamentare del decreto.

Ma c’è o ci sarebbe da attendersi che questa impostazione condivisa vada oltre l’emergenza e possa riguardare anche il tempo, inevitabilmente più lungo e complesso, della ripresa. È, d’altra parte, proprio questo il senso del messaggio che la Meloni ha voluto sottolineare nella giornata di ieri. "Confido – ha avvisato non a caso – che il confronto rimarrà costante anche nella seconda fase, quella della ricostruzione. Continueremo a fare questo lavoro insieme". E "un lavoro insieme" è e sarebbe la migliore risposta a chi si è subito rialzato dal fango.