Martedì 23 Aprile 2024

Un servizio inadeguato da vent’anni

Raffaele

Marmo

Sono decenni che tutti conoscono lo stato comatoso dei servizi pubblici per l’impiego in Italia. Eppure, nessuno, fino a oggi, ha tentato di mettervi mano e riparo se non con le tanto fantasmagoriche quanto inefficaci operazioni di maquillage collegate ai mitologici navigator o all’altrettanto roboante Programma Gol. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E poco valgono i tentativi, a volte anche maldestri, dei vertici di Anpal di mettere in fila numeri per dimostrare il successo di iniziative che non trovano conferma nella realtà dei fatti. E’ stato il caso dei navigator, che, nella propaganda grillina, sarebbero dovuti servire a trovare un lavoro a migliaia di destinatari del Reddito di cittadinanza. E che, invece, e non per colpa loro, si sono trovati a essere il capro espiatorio di un fallimento annunciato. Ma è anche il caso, sotto la gestione Pd del Ministero del Lavoro, del cosiddetto Programma Gol, che da Garanzia di occupabilità dei lavoratori è diventato Garanzia di gestione burocratica e paradossale di persone in balia di uno stupefacente algoritmo. Solo che anche in questo caso, lo stato maggiore dell’Agenzia, invece di intervenire per correggere la rotta, ha pensato bene di mettere in fila i numeri di carta e presentarli addirittura come un successo del Pnrr. Il punto, in entrambe le esperienze, è che non si sono fatti i conti con le persone in carne e ossa e con le fatiscenti strutture pubbliche dell’impiego. Perché, se ci si fosse confrontati con la realtà, ci si sarebbe resi conto che i servizi pubblici per il lavoro in Italia avrebbero avuto e avrebbero bisogno di quella poderosa riforma Hartz, frutto del lavoro della Commissione "Servizi moderni al mercato del lavoro", attuata in Germania, però, in almeno un quinquennio (e non in sei mesi) agli inizi degli anni Duemila sotto la guida del Ministro Peter Hartz. Come dire: niente improvvisazioni spacciate per miracoli.