Giovedì 25 Aprile 2024

Un Senato più sobrio: basta risse, sputi e... mortadella

Giorgio

Caccamo

e nostre discussioni siano sobrie e abbiano sempre quella dignitosa austerità che è nelle tradizioni di quest’Aula". Il linguaggio è asciutto, sobrio, altamente responsabile. Il giorno è l’8 maggio 1948, seconda seduta del neonato Senato della Repubblica; a parlare il primo presidente, Ivanoe Bonomi. Non sapeva né poteva immaginare che 60 anni dopo, il 24 gennaio 2008, sempre in quell’Aula un senatore, il siciliano Nino Strano (Alleanza Nazionale), avrebbe brindato con champagne e mortadella alla caduta del secondo governo Prodi. Un gesto "allegorico", avrebbe rivendicato. Già allora il Senato ritenne opportuno scrivere un codice di condotta per evitare degenerazioni. Ieri quel codice è stato aggiornato, magari senza l’asciutta austerità di Bonomi, ma con regole chiare (che non piacciono a tutti).

E allora "i senatori devono garantire che i propri comportamenti non siano contrari al buon costume e

lesivi del prestigio del Senato": niente risse, insulti, sputi. Come diceva ancora Bonomi, "la tribuna sarà libera e non sarà offuscata da alcuna esuberanza o intolleranza; ma questo costume di libertà esigerà da tutti una autodisciplina conforme allo spirito di quel regolamento che noi liberamente ci daremo e che costituirà la nostra intrasgressibile legge".

Ma il codice, 8 articoli stringati, prevede anche il rifiuto di regali e doni preziosi, però non meglio definiti. E infatti il Movimento 5 Stelle chiedeva di fissare il limite a 250 euro. Nulla da fare, l’importante è che i regali siano "conformi alle consuetudini di cortesia". Testuale. Si ribadisce poi – ma quello lo stabilisce la Costituzione – il no al vincolo di mandato (altra vecchia battaglia dei Cinquestelle). E infine un avvertimento: vietato usare la mail “aziendale“ fuori contesto. Ma tanto ormai usano tutti i social. Se lo sapesse Bonomi...