Venerdì 19 Aprile 2024

Un rimprovero non può essere volgare

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Roberto

Pazzi

episodio del professore romano del liceo Orazio, emulo della docente del Righi, che usa lo stesso linguaggio volgare ("Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr...") per rimproverare i genitori di mancare l’educazione dei figli, mi pare ugualmente censurabile. La legittimità del monito si corrompe in assoluta e censurabile sconvenienza. Non si testimonia la nobiltà del compito educativo con un linguaggio diseducativo, proteso all’insulto. Si parla spesso di mancata corresponsabilità fra genitori e docenti. Molto spesso con ragione dello scontento dei docenti, lasciati soli nel loro compito, se non ostacolati dai padri e dalle madri.

Dove è possibile l’incontro fra le due componenti principali dell’educazione? Ci sono regole non scritte, ma che il senso estetico e il senso del rispetto per gli altri dovrebbero dettare. Se si ripetono episodi di questo genere nelle nostre disorientate scuole, è segno di un malessere della nostra società. I veri modelli educativi non sono più nella scuola, ma in tv, sui social, nelle chat. Difficile navigare fra questi marosi, tenere dritta la barra. Il povero docente non ha davanti a sé solo l’allieva dall’ombelico scoperto ma anche i malati narcisi del Grande Fratello tv nella sua testa. Il professore parla ma la ragazza non è lì, e nella ostensione del privato di cui sono maestri Maria De Filippi e Alfonso Signorini. A loro dovrebbe inviare la sua laica preghiera di protesta il professore, corretta dell’epiteto.