Un passo avanti Il governo non è isolato

Lorenzo

Castellani

Italia non è isolata in Europa. La polemica sull’immigrazione con la Francia, oramai raffreddata, non ha messo all’angolo il governo italiano. Al contrario, il 25 novembre il Consiglio europeo discuterà un nuovo piano d’azione per l’immigrazione. Le intenzioni del documento si sovrappongono alle linee tracciate dal governo italiano: contrasto del traffico illegale dei migranti; codice di condotta europeo per le Ong; accordi con i paesi del nord Africa per il rispetto degli impegni presi; meccanismo di ricollocamento che nel tempo dovrebbe passare dalla volontarietà a forme più stringenti per i paesi aderenti. Si tratta di un programma che deve essere ancora discusso dai governi e che, anche se approvato nella medesima forma in cui è stato pubblicato, dovrà poi trovare attuazione concreta.

Il patto proposto dalla Commissione si muove sulla linea della real politik: il problema dell’accoglienza, sollevato dal governo, esiste e va affrontato insieme. D’altronde, se l’immigrazione illegale è un problema per tutti non ha senso che la frontiera esterna della Ue non venga presidiata da una iniziativa di Bruxelles. Di conseguenza, è interesse di tutti i paesi europei trovare collaborazione sulla limitazione e gestione dei flussi migratori. Dunque, il piano d’azione europeo è un buon passo in avanti per il governo italiano che non è stato lasciato da solo né si è isolato. Cosa può fare ora l’Italia? Spingere affinché il piano trovi piena attuazione e perché questo avvenga in un più ampio quadro di azioni e investimenti, comunitari e dei singoli stati, nell’Africa settentrionale. Il quadro europeo va integrato con iniziative nazionali o coordinate tra i paesi del Mediterraneo. Una buona idea potrebbe essere, ad esempio, quella di legare questo piano ai processi di diversificazione energetica in atto offrendo a paesi come Libia, Egitto e Algeria prospettive di crescita e di sviluppo economico.