"Un pass per muoversi tra regioni". Nardella: salviamo le città d’arte

Il sindaco di Firenze: sarà una Pasqua da incubo, il governo ci lasci organizzare almeno le fiere più prestigiose

Il sindaco Dario Nardella, 45 anni, in bicicletta per le strade di Firenze

Il sindaco Dario Nardella, 45 anni, in bicicletta per le strade di Firenze

"Perché permettere di andare in vacanza in Grecia e vietare di spostarsi fra una regione e l’altra, e nemmeno andare da Firenze a Fiesole? Perché non usare gli stessi accorgimenti degli aeroporti per riprendere un po’ di turismo interno?".

Bollettino Covid dell'1 aprile

Riaperture dopo Pasqua: come e quando

La Pasqua ormai ce la siamo giocata. Ma per l’estate possiamo ancora combattere. Ne è convinto il sindaco di Firenze Dario Nardella, deciso a salvare il salvabile di un’altra annata drammatica per il turismo. La città gigliata è infatti l’emblema delle città d’arte, martoriate dal Covid ma anche dalla crisi economica.

Sindaco Nardella, come ricominciare?

"Basta prevedere protocolli rigidi ma sostenibili, analoghi a quelli degli aeroporti. Mi domando come sia possibile volare fino alle Canarie e non partecipare a una fiera in Italia. Quella dei viaggi all’estero sotto Pasqua è la più grande contraddizione da quando esiste la pandemia. Trovo sia una cosa fuori dal mondo poter andare in vacanza ma non nel comune accanto. Certo, rispettando le norme, effettuando i tamponi, i test antigenici e poi puntando sulle vaccinazioni".

Ossia, avanti tutta con il passaporto vaccinale?

"Assolutamente sì. Anzi, io propongo di anticipare il termine previsto per l’entrata in vigore del 15 giugno. Potremmo salvare molti eventi che si tengono proprio in quel periodo".

Per il 6 aprile è atteso il prossimo Dpcm.

"Ecco, spero che vi siano le regole chiare. Faccio un appello al governo affinché dia la possibilità di organizzare le fiere più importanti per il nostro Paese. Firenze ha già annullato due edizioni di Pitti Uomo, che è la massima manifestazione dedicata alla moda maschile. Ma penso al Vinitaly a Verona, al Salone del mobile a Milano, a Cosmfarma di Bologna, la Fiera dell’agricoltura a Foggia, il Cibus di Parma, il Salone nautico di Venezia, tanto per citare alcuni degli appuntamenti più celebri e di più richiamo. Ma non basta..."

E cosa serve?

"Per esempio dovremmo accelerare la vaccinazione di tutti gli operatori del turismo, da chi lavora nelle strutture ricettive alle guide turistiche. E poi lanciare un piano strategico per le città d’arte. Bene ha fatto il governo a occuparsi della montagna. Ma adesso bisogna pensare alle città d’arte, perché se non ripartiamo noi, non riparte il turismo internazionale dell’intero Paese".

Lei, col sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ha già preparato un elenco di richieste.

"Sì e il concetto è: non limitiamoci all’emergenza di questi giorni, ma cogliamo l’occasione del Covid per ripensare il turismo all’insegna della sostenibilità e delle buone regole, una sfida per ripensarne il modello".

Per esempio?

"Cominciando col dare ai sindaci più poteri per governare il settore, ad esempio sugli affitti brevi o sulla tutela del tessuto commerciale di qualità e di tradizione, in modo da combattere gli effetti degradanti del turismo mordi e fuggi. E poi servono le missioni all’estero..."

Cioè?

"Ne parlerò a breve col ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio: appena saranno riaperte le frontiere, credo che dovremmo promuovere le nostre città d’arte nel mondo con un grande gioco di squadra, coinvolgendo i sindaci delle città più importanti. Perché quando tutto ripartirà, dobbiamo essere preparati, altrimenti oltre al danno avremo la beffa".

Ormai anche questa sarà una Pasqua da dimenticare.

"Sì, ormai è andata. Le prenotazioni sono davvero scarse, per noi come per tutte le altre città d’arte. Ma non faccio polemiche. Sono consapevole che anche queste feste dobbiamo affrontarle col massimo rigore per stoppare la terza. Ma ora dobbiamo rialzarci".

A proposito di danno. Quanto ci è costata la pandemia?

"Se guardiamo le cinque principali città d’arte, Firenze, Roma, Venezia, Napoli e Milano, superiamo i 20 miliardi . Per non parlare del danno occupazionale che ci lasciamo dietro: il turismo è il comparto dell’economia che impiega perlopiù giovani e donne. E quando finirà il blocco dei licenziamenti sarà un disastro".