Influenza, mancano i vaccini. Un Paese in eterna emergenza

All’improvviso è scoppiato l’autunno. Fulmineo, imprevedibile. Con un freddo che non si sentiva da cinquant’anni. Non ci sono più le stagioni di una volta, si dice. Vero: anche il loro ciclo è diventato una roulette. Come l’inizio della scuola: che quest’anno, tanto per rendere le cose più difficili, è caduto inaspettatamente ai primi di settembre. Strano e per certi versi tragico Paese l’Italia. Rapido ed efficiente nelle emergenze, cioè quando accade qualcosa di inaspettato. Lento, tardivo e indisponente nelle cose che possono (debbono!) essere programmate.

Così, per i vaccini anti influenzali sta succedendo quanto è accaduto per la scuola: eventi e problemi di cui si sapeva, si è sempre saputa la scadenza, per i quali ci sono stati lunghi mesi a disposizione per preparare, prenotare, acquistare, che invece trovano lo Stato, i suoi governi nazionale e locali, in ritardo, impreparati.

Il fatto che sia oramai ufficiale che la prevenzione della prossima influenza sarà riservata alle fasce più deboli della popolazione, è doppiamente grave. Primo, perché non è stata la vicina di casa a suggerirci che il vaccino quest’anno è ancora più indispensabile: sono stati l’Oms, il ministero della Salute, i virologi, i pediatri, i geriatri, tutto il mondo della ricerca e della medicina. Spiegazione? Molto semplice. Con il Covid in agguato, cerchiamo almeno di proteggere l’organismo dall’abituale virus che ogni autunno e nel successivo inverno aggredisce gli abitanti del pianeta. Certo, non sempre il vaccino è efficace, qualcuno l’influenza la prende comunque, altri hanno reazioni negative: ma nel complesso la magica punturina offre molti più benefici che danni. Questo dice la scienza, e questo ci hanno ripetuto nei mesi scorsi le nostre autorità. Secondo, peccato che come (troppo) spesso accade, si facciano grandi proclami, si ipotizzino svolte epocali, poi ci si dimentichi di andare a fare la spesa per tutta la famiglia. In questo caso abbiamo comprato un po’ di semolino per i nonni, ma genitori e nipoti resteranno a bocca asciutta. Ora, non c’è dubbio che a forza di straordinari (costosi) delle case farmaceutiche, altre dosi salteranno fuori. Ci chiediamo, però, se e quando da paese da ’Protezione civile’, da emergenze, da disastri improvvisi e reazioni eroiche, diventeremo un Paese normale. Che funziona anche senza terremoti o eruzioni vulcaniche. Che conosce pure il ciclo delle stagioni. Malanni e vaccini compresi.