Un infinito valzer di stop and go Sesto cambio di rotta in cinque mesi

Dal via libera per gli under 55 al blocco dopo i casi di trombosi, fino all’apertura solo agli over 60. Storia di una lunghissima serie di rimpalli e smentite tra Aifa, governo e Comitato tecnico scientifico

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di Giovanni Rossi

L’ultimo colpo di coda del Covid è una frustata all’autorevolezza della scienza e alla credibilità dello Stato. La giravolta sul siero AstraZeneca, ora vietato agli under 60 con una decisione che cambia quelle precedenti per la sesta volta in cinque mesi, svela tutte le fragilità dei decisori: la politica che si fa scudo dei tecnici; i tecnici che rivendicano l’ultima parola in nome della scienza, salvo arrendersi sia alle spinte della politica (tutte le dosi vanno inoculate), sia agli interrogativi della cronaca (in precedenza respinti e ora accettati come elementi concorrenti).

Sono ore difficili per la campagna vaccinale che deve riprogrammare i richiami dei sieri a vettore virale con dosi Pfizer e Moderna (oggi incerte). Un lavoro immane. Ministero della Salute, Commissario all’emergenza, Comitato tecnico scientifico e Agenzia italiana del farmaco avvertono che il clima è cambiato. La morte della diciottenne ligure Camilla Canepa, sofferente di piastrinopenia autoimmune e vaccinatasi con AstraZeneca, già lambisce il Palazzo. Dinamica accelerata sia rispetto al decesso (autopsia in settimana), sia agli altri casi letali di trombosi verificatisi in giro per l’Italia e sin qui sempre derubricati a irrilevanza statistica o a nesso di causalità non dimostrato in situazione di emergenza.

Ora la cronaca si prende la rivincita. Su mandato della procura di Genova, i Nas chiedono al Cts copia della lettera di nulla osta ai ’vaccination day’ consegnata al commissario Figliuolo e da questi trasmessa alle Regioni per velocizzare l’immunizzazione dei giovani con i vaccini più discussi: AstraZeneca (in due dosi) e Johnson&Johnson (monodose). "Le Regioni hanno usato AstraZeneca secondo quanto stabilito da Aifa e Cts. Sino all’ultima circolare, che ribadisce che l’uso è per tutti i maggiorenni. Nessuno può parlare di ‘sperimentazioni’ sui ragazzi", reagisce il governatore ligure Giovanni Toti. "Cts e Aifa dovevano essere molto più chiari e molto più determinati fin dall’inizio", aggiunge l’assessore laziale Alessio D’Amato, ideatore degli Open Day poi copiati ovunque.

Invece su AstraZeneca il balletto va avanti da mesi. Il 30 gennaio, in un clima di straordinaria pressione a fare presto (centinaia di morti al giorno) e continui paragoni con la tempistica di Usa e Gran Bretagna, arriva il via libera dell’Aifa per "l’utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni, come da indicazioni Ema" (il regolatore Ue). Appena due giorni dopo, il 2 febbraio, il Cts promuove il siero anglosvedese anche per gli over 55 scrivendo che "il rapporto beneficiorischio risulta favorevole anche nei soggetti più anziani senza fattori di rischio". Il 17 febbraio l’estensione è limitata ai 65enni. Ma ecco i primi "gravi eventi avversi": l’11 marzo due lotti AstraZeneca, forse collegati ai decessi, vengono sequestrati.

Il 15 marzo matura la sospensione in tutta la Ue con revisione accelerata Ema. Il 19 marzo si riparte. Ma il 7 aprile il ministero della Salute firma una nuova virata: uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni, "tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse a fronte dell’elevata mortalità nelle fasce di età più avanzate". Due settimane dopo, una circolare analoga estende la raccomandazione over 60 anche al monodose Johnson & Johnson (sdoganato il 12 marzo). L’11 maggio il ministero della Salute chiede al Cts di utilizzare AZ e J&J nella fascia 50-59 anni. Il Cts fa di più. Richiamando l’originario ok Ema, autorizza "i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni", sulla base di un mero calcolo statistico: ogni 100mila abitanti, 1,1 casi di trombosi a fronte di 400 contagi e 8 morti. Il 26 maggio l’Aifa ammette "margini di incertezza" sugli under 60, ma sottoscrive il completamento delle vaccinazioni in corso.

Venerdì scorso ultima piroetta del Cts: AstraZeneca è fortemente raccomandato per gli over 60, mentre chi ha meno di 60 anni e ha già ricevuto una dose a vettore virale dovrà fare il richiamo con Pfizer o Moderna. E sul vaccino J&J (verbale n° 27) il Cts dice di non poter "trarre valutazioni conclusive". Così da ieri sono le Regioni, a macchia di leopardo, a bloccare la somministrazione under 60 del monodose americano.