Marco
Buticchi
Lo ammetto: abbiamo visto pappagalli condotti a guinzaglio pur di evitare la quarantena. Se releghiamo certi incidenti al lato burlesco del patrio folklore l’Italia, una e indivisibile, c’era. La nazione ha piantato i piedi ben saldi sul ponte e, con il piglio fiero di un lupo di mare, ha affrontato la paura della pandemia come una perniciosa tempesta. Anche quando una parte del mondo ci indicava come i soliti fifoni e rideva del nostro timore. Poi gli spavaldi hanno maledetto il loro ardire e ci hanno citati come esempio. Ma questa è una storia che non rallegra: in questa brutta avventura il mal comune scava le fosse. Ricordiamolo. E oggi che il mal comune sembra fare nuovamente capolino, che succede?
Forse il coraggio con il quale abbiamo affrontato il mostro ci ha convinto di essere dotati di salvifica immunità? O, più semplicemente, la posizione di guardia sta per essere riassunta, dopo una comprensibile distrazione? Preferisco questa seconda ipotesi.
Abbiamo già visto quanto fulmineo sia il dilagare del malanno. Conosciamo anche i semplici ma efficaci rimedi per difenderci.
Metterli in pratica adesso, mentre il mostro ancora fibrilla indeciso se dispiegare le sue ali, è ritrovare la via solidale e ammirevole di un popolo maturo e responsabile. Soprattutto perché sappiamo quanto sia economico salvaguardare adesso noi e i nostri cari. Oggi costa poco, domani il conto sarà sempre più salato.