Giovedì 25 Aprile 2024

Un'Autosole digitale per ripartire

Nel dopoguerra, l’Autostrada del Sole è stata il simbolo più evidente dell’Italia del boom economico. Prima del suo completamento, per andare da Roma a Milano, un veicolo commerciale impiegava due giorni. Dopo la sua costruzione, una manciata di ore. Oggi, le autostrade dove corrono investimenti, lavoro e crescita, non sono più fatte di cemento ma di fibra. Insomma, la nuova rete unica delle telecomunicazioni potrebbe avere lo stesso impatto dell’A1. Basta pensare a quello che è successo nel lungo periodo del lockdown, quando la pandemia ci ha obbligato a lavorare a distanza, da remoto.

Abbiamo utilizzato un computer, una videocamera e un microfono, creando un posto di lavoro virtuale fra le nostre mura domestiche. Sulla carta, tutto semplice. Ma nella realtà, per nulla scontato. È vero che l’Italia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, scalando molte posizioni nella classifica della connettività. Ma il cosiddetto digital divide la distanza che ci separa dai nostri diretti competitor, non è stato ancora abbattuto.

Il Covid, da questo punto di vista, ci ha dato una scossa. Abbiamo sperimentato in che modo le tecnologie ci stanno proiettando verso nuovi modelli di lavoro, di didattica, di sanità, di mobilità, perfino di relazioni sociali. E abbiamo capito, sulla nostra pelle, perché è fondamentale realizzare un’infrastruttura digitale capillare, capace di arrivare dovunque, che non lasci indietro nessun Comune, per quanto piccolo o con pochi abitanti.

La nostra competitività si gioca qui, sul tavolo della rivoluzione digitale. Sarà la nuova rete in fibra ottica, la banda ultra-larga, dove le informazioni viaggiano a 100 megabit per secondo, l’autostrada del Sole che dobbiamo realizzare in tempi rapidi. Senza lungaggini burocratiche, garantendo libertà di accesso agli operatori, parità di trattamento su tutte le aree del Paese e una supervisione pubblica per evitare gli eccessi del mercato.

I soldi non mancano, basti pensare all’ingente dote dei Recovery fund o ai finanziamenti già messi a disposizione dall’Ue. Quello che manca, invece, è il tempo. La nuova rete unica delle telecomunicazioni avrebbe il vantaggio non solo di semplificare ma anche di accelerare i processi e far recuperare il terreno perduto. Negli anni Sessanta, in appena 8 anni, siamo riusciti a completare l’Autostrada del Sole. Eravamo considerati i cinesi dell’Occidente. Oggi, per uscire dalle secche della recessione, dovremmo ripetere quel piccolo grande miracolo.