Un altro blitz: il Papa commissaria i laici di Cl

Decisione a sorpresa di Bergoglio. Sostituiti i vertici dei "Memores" con due delegati nominati direttamente dal Pontefice

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di Nina Fabrizio

Trema il mondo dell’associazionismo cattolico, e in particolare quello legato alla galassia di Comunione e Liberazione, fondata dal carismatico don Giussani e guidata dal 2005 dallo spagnolo don Julián Carrón. Determinato come un bulldozer, Francesco, dopo vicende come quella della comunità di Bose, va infatti avanti nell’opera di scardinamento dei piccoli e grandi potentati, spesso vere roccaforti di dominio all’interno della Chiesa.

La sua mano pesante è caduta ieri sui Memores Domini, l’associazione laicale di Cl. Un universo in realtà di appena 1.600 membri in tutto il mondo, molte donne, nati nell’ispirazione giussaniana, che vivono secondo povertà, obbedienza e castità in comunità e compiendo il loro apostolato principalmente nei luoghi di lavoro. Francesco li ha di fatto commissariati, conferendo "pieni poteri" nella conduzione dell’associazione a monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e sua vecchia conoscenza di tempi di Aparecida, da ora "delegato speciale" per i Memores.

A lungo considerati la créme di Cl e piuttosto intoccabili, membri di spicco dei Memores sono le tre assistenti di Benedetto XVI, all’epoca membri a pieno titolo della famiglia pontificia e che tuttora vivono con lui in Vaticano, e l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Ma nemmeno i Memores sono perfetti agli occhi del Papa. I conflitti interni, proprio per questioni di potere, si trascinavano da tempo e c’è chi ritiene che proprio questi abbiano ispirato l’importante decreto dell’11 giugno scorso con cui Francesco ha imposto il ricambio ai vertici dei movimenti per evitare gli abusi di potere.

Qualcosa che ha ripetuto appena due settimane fa ricevendo i movimenti stessi in Vaticano: "L’esercizio del governo all’interno delle associazioni e dei movimenti è un tema che mi sta molto a cuore, soprattutto considerando i casi di abuso di varia natura che si son verificati anche in queste realtà e che trovano la loro radice nell’abuso di potere". "Non di rado – aggiungeva con sconforto -, la Santa Sede è dovuta intervenire avviando non facili processi di risanamento. E penso non solo a queste situazioni tanto brutte che fanno rumore", come gli scandali economici o a sfondo sessuale, "ma anche alle malattie che vengono dall’indebolimento del carisma fondazionale che diventa tiepido e perde la capacità di attrazione".

A dipanare la matassa, ora dovrà essere un vescovo che ha origine proprio in Cl come Santoro, ma più proiettato verso il sociale (le sue battaglie al fianco dei lavoratori ex Ilva) mentre il gesuita padre Gianfranco Ghirlanda si occuperà degli aspetti canonici. Ma tutti sanno che la vera partita è lo scontro che si sta consumando tra Carrón e il presidente del Pontificio consiglio dei Laici, il cardinale Farrell, sulla successione dello stesso Carrón. Se il Papa vuole imporre un sano turn over per evitare poteri a vita, in Cl i contrasti sono tra chi vorrebbe continuare nella linea del flirt con i big politici ed economici e chi spinge per una svolta più spirituale.