Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, l'ultimo rapporto Iss. "Nuovi contagi: età media attorno a 30 anni"

Istituto Superiore di Sanità: "In Italia 1077 focolai attivi. Casi meno gravi e molti asintomatici. Mantenere precauzioni". Indice Rt superiore a 1 in 5 regioni. "Tendenza a progressivo peggioramento"

Roma, 20 agosto 2020 - Diminuisce l'età dei contagiati da Covid-19. Secondo l'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) e del ministero della Salute si attesta sui 30 anni l'età più frequente nella quale avvengono i contagi da Coronavirus. "In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell'epidemia da Sars-CoV-2  con un forte abbassamento dell'età mediana della popolazione che contrae l'infezione. L'età mediana dei casi diagnosticati nell'ultima settimana è di 30 anni", si legge nel documento, che continua: "La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità".

Mantenere precauzioni

Nel Monitoraggio settimanale delle autorità sanitarie si raccomanda: "Nuovo aumento dei casi, fondamentale mantenere misure di precauzione". Nel periodo esaminato, cioè dal 10 al 16 agosto 2020 "viene confermato un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la terza settimana consecutiva con una incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 giorni (periodo 03/8-16/8) di 9.65 per 100 000 abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7 e simile ai livelli osservati all'inizio di giugno. La maggior parte dei casi è stata contratta sul territorio nazionale, mentre risulta importato da stato estero il 28,3% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio".

Casi in tutte le Regioni

Nel report Iss segnala: "In tutte le Regioni e Province autonome anche in questa settimana di monitoraggio, sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2". E ancora: "Il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34,0% nell'ambito di attività di contact tracing. Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati con attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti".

Meno gravi e asintomatici

Le infezioni diagnosticate in questo periodo sono legate soprattutto ad attività ricreative, come discoteche e ritrovi per giovani, e risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici, spiega il rapporto. "Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all'estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici".

1077 focolai attivi

Sempre nella settimana 10-16 agosto "sono stati riportati complessivamente 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la terza settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano 925 focolai attivi di cui 225 nuovi)". Il documento ricorda quindi che "questo comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni.

Aumento non solo da rientri da vacanze

Il report poi esamina il problema rientri. "Nove tra Regioni e Province autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati". Quindi l'Iss avverte: "Sebbene il numero di nuovi casi in molte Regioni rimane contenuto, in altre realtà regionali continua ad essere segnalato un numero elevato di nuovi casi e questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante". Riguardo Iss assicura: "Sebbene sia segnalato, in alcune Regioni, un aumento nel numero di ospedalizzazioni, non sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari".

Indice di trasmissione 0,83

L'indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici riferito al periodo in questione è pari a 0.83 (0.67 - 1.06), scrive l'Istituto Superiore di Sanità, che conclude: "Questo indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane". Le autorità snitarie rilevano tuttavia che "in questo particolare momento dell'epidemia, l'indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l'indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l'Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza".

In 5 Regioni Rt superiore a 1

L'indice di contagiosità Rt risulta essere superiore a 1 in cinque regioni, sempre riguardo al periodo fra il 10 e il 16 agosto. Il valore più alto è stato rilevato in Umbria (1,34), seguita da Abruzzo (1,24), Veneto (1,21), Lombardia (1,17) e Campania (1.02). L'indice Rt risulta invece pari a zero in Basilicata e Molise.

Rt più vicino a 1 in Sicilia (0.99), Toscana (0,96) e Piemonte (0,95), seguiti da Marche (0,85), Calabria (0,77) e Lazio (0,73). Nelle altre regioni: Rt è 0,45 in Emilia Romagna, 0,42 in Friuli Venezia Giulia, 0,41 nella provincia autonoma di Trento, 0.9 in Liguria e Sardegna, 0,8 in Puglia e Valle d'Aosta, 0,5 nella provincia autonoma di Bolzano.

Tendenza a progressivo peggioramento

Infine Iss avverte: "In seguito alla riduzione nel numero di casi di infezione da SARS-CoV-2 grazie alle misure di lockdown, l'Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento". Il documento afferma: "Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto ma con una tendenza all'aumento da tre settimane". E conclude: nel caso non vengano osservate le misure di sicurezza e le quarantene "nelle prossime settimane, potremmo assistere ad un ulteriore aumento nel numero di casi a livello nazionale".