Manovra, ultimi ritocchi: Opzione donna cambia ancora. A sorpresa il Pil non va così male

Oggi scadono i termini per gli emendamenti. Sulle pensioni il governo valuta di eliminare la clausola dei figli. Le previsioni di crescita secondo l’Istat: più 3,9 per cento quest’anno, più 0,4 nel 2023. Ottimista anche Fitch

Roma, 7 dicembre 2022 - Una crescita del 3,9% per quest’anno. E un segno più, sia pure con una netta frenata, per l’anno prossimo, quando il Pil aumenterà dello 0,4%. I numeri diffusi ieri dall’Istat, nel tradizionale rapporto sulle prospettive per l’economia italiana, regalano una boccata d’ossigeno anche ai nostri conti pubblici, anche al netto delle incognite sull’andamento della guerra in Ucraina e dell’impennata del costo dell’energia. E anche Fitch ha rivisto al rialzo le stime per l’Italia sia per il 2022, per il quale attende una crescita del 3,7% (da 3,6%), che per il 2023, anno per il quale prevede ora un calo del Pil dello 0,1% anziché dello 0,7% come indicato in precedenza. Ma i riflettori continuano a essere puntati sulla manovra. Ieri la premier Giorgia Meloni, da Tirana, ha continuato a gettare acqua sul fuoco della polemica con Bankitalia. Mentre, da Bruxelles, il verdetto sulla legge di Bilancio dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana. E non sarà una passeggiata.

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Ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ascoltato alla Camera, ha difeso la manovra spiegando che riduce la pressione fiscale dello 0,2%. Sugli aiuti a famiglie e sistema produttivo, ha aggiunto il responsabile del Tesoro, "il governo ha inteso proseguire la politica di contenimento del caro energia ponendo le basi per gli interventi di carattere strutturale da realizzare per contrastare fenomeni di svantaggio competitivo a danno delle imprese italiane e per rimuovere le diseguaglianze a livello sociale".

Nel frattempo, oggi, scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti alla manovra. Per ora sono molto attivi i grillini, che hanno annunciato modifiche sia sul capitolo del Superbonus che per le imprese. Ieri c’è stato anche un vertice fra il numero uno dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, e il leader degli industriali, Carlo Bonomi. Prove di dialogo dopo un lungo periodo di gelo fra il movimento pentastellato e la Confindustria, che continua a chiedere un intervento massiccio sul cuneo fiscale. Critiche alla legge di Bilancio sono arrivate, invece, dai sindacati. Ma la Meloni tira dritto: "La notizia per il governo è che sulle grandi voci non ci fossero critiche sostanziali da parte di Bankitalia. Dal mio punto di vista questo vuol dire che la manovra è ben fatta e dà segnali importanti nella situazione nella quale ci troviamo e soprattutto con un tempo che non era scontato".

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In realtà, dietro le quinte, l’esecutivo sta già pensando a una serie di interventi correttivi. E non solo sui Pos. Sarebbe infatti allo studio il ritorno della cosiddetta opzione donna alla sua versione originale, vale a dire 58 anni di età e 35 di contributi. Eliminando i paletti inseriti nella legge di Bilancio: ovvero con l’innalzamento dell’età e la limitazione a tre categorie (caregiver, con invalidità almeno al 74% e licenziate o dipendenti da aziende in crisi), senza la clausola dei figli. Anche sul Superbonus potrebbero arrivare novità di rilievo. Ieri i 5 Stelle hanno annunciato emendamenti per facilitare la circolazione dei crediti fiscali, in grado di garantirne la successiva cessione plurima, in modo del tutto virtuoso. Si prevede in particolare che la certificazione venga perfezionata dall’Agenzia delle entrate, o da altri enti certificatori eventualmente individuati dal Mef, entro 30 giorni dalla data di ricezione dell’istanza da parte del contribuente.

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