Ultimatum di Draghi al centrodestra "Sì al nuovo catasto o cade il governo"

Lega e Forza Italia spiazzati, il premier è stanco dei ritardi nelle riforme. Oggi il voto in commissione

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di Antonella Coppari

"O passa la riforma o il governo va a casa", avverte la sottosegretaria al Mef, Cecilia Guerra. La revisione del catasto, articolo 6 della delega fiscale, è da sempre la bestia nera della Lega. Oggetto di una crociata che ha tenuto l’intero provvedimento al palo per settimane. Ora Draghi ha deciso di tagliare il nodo di Gordio: la posizione drastica dell’esponente di Leu al dicastero guidato da Franco ha l’avallo del premier che, fanno filtrare da Palazzo Chigi, intende andare avanti a ogni costo e portare a casa la riforma. Del resto, già due settimane fa, chiamando a rapporto i capi delegazione al governo, era stato chiaro: "Siamo qui per fare determinate cose, altrimenti non si va avanti". Detto, fatto.

Quando la vice Guerra ha alzato la posta in commissione Finanze della Camera sino a mettere sul tavolo il futuro dell’esecutivo e della legislatura, la metà di destra della maggioranza e Fd’I si apprestavano a votare un emendamento soppressivo dell’articolo 6, di fatto uno stralcio, che avrebbe rimandato a data da destinarsi la ridefinizione degli estimi catastali. Quindi lo stop repentino, la richiesta – accolta – di Forza Italia di rinviare il voto ad oggi, per trovare una mediazione per evitare spaccature. L’emendamento sarebbe stato probabilmente battuto: gli schieramenti erano in parità, ma il presidente, Luigi Marattin (Iv), avrebbe votato: passo irrituale ma non proibito dal regolamento, la maggioranza però ne sarebbe uscita lacerata, per questo il governo ha accettato il time out. C’è da dire che FI era divisa: Gianni Letta non solo si è speso per convincere i commissari azzurri a votare la riforma, ma avrebbe dato garanzie in tal senso sia al premier che al ministro Brunetta. Berlusconi, che ha telefonato ai suoi per informarsi era meno convinto. Fermo sullo stralcio, il Carroccio: "Se Draghi ne fa una questione di vita o di morte, la misura non è così neutra come vuol far credere".

Ai dissensi sul merito del provvedimento si somma l’insofferenza di molti parlamentari per il metodo: un’ingerenza eccessiva viene considerata la presenza del consigliere di Draghi, Francesco Giavazzi, alle riunioni tra maggioranza e governo. "È un aut aut gravissimo – sottolineano i leghisti Bitonci, Centemero e Gusmeroli – Mentre c’è un conflitto in pieno corso in Ucraina e il costo dell’energia è alle stelle, non ci sembra questo il momento di ricorrere alle maniere forti". Lamenti da FI: "L’ultimatum è un’esagerazione", osserva Gasparri. Va da sé che Fd’I è la più dura di tutti ("Il voto a scatola chiusa è gravissimo", osserva Meloni) ma s’imbufaliscono persino i Cinquestelle: "Pressioni irricevibili", dice il senatore Pellegrini.

Le pressioni qualche risultato lo hanno già raggiunto: Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) e Nadia Aprile (Misto), hanno tolto la firma alla richiesta di stralcio facendo pendere la bilancia a favore del governo.

Resta il fatto che la spaccatura della maggioranza sarebbe un incidente grave. Per questo molti pensano che l’emendamento di Forza Italia, al quale lavorano il leghista Garavaglia e Marattin, che spiega: "Voglio trovare una soluzione per passare poi al tema della riforma fiscale, che ha effetto sulle tasche degli italiani", verrà accolto dal governo. Il testo ieri sera non era pronto, ma le linee guida erano chiare. Le conseguenze concrete della nuova mappatura arriveranno fra qualche anno, e sarà "rafforzato l’impegno a non aumentare le tasse". Il nuovo catasto, insomma, dovrebbe servire solo a far emergere il nero. Si tratta in realtà di una riformulazione cosmetica che cambia di pochissimo le cose rispetto alla norma attuale. Quanto all’impegno a non aumentare i carichi fiscali, ha poche probabilità di essere onorato. Ma è storia di domani, l’emendamento addolcisce la pillola: non è escluso che la Lega finisca per arrendersi.