"Sanzioni indecenti? Italia indecente? Di indecente ci sono solo i massacri che vediamo ogni giorno". È stata ficcante come poche la risposta di Mario Draghi alle accuse che venivano da Mosca, irritata per un’Italia meno prona di quanto avevano sperato al Cremlino. E invece Roma – dopo l’espulsione di trenta ’diplomatici’ di Mosca – non molla la presa e con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadisce che "quella della Russia nei confronti dell’Ucraina è un’inaccettabile aggressione". Nel frattempo il mare magnum delle sanzioni monta. I Paesi membri del G7 hanno annunciato nuove restrizioni economiche contro la Russia. Il Parlamento europeo chiede che riguardino anche gas e petrolio e la presidente della Commissione Von der Leyen fa capire che al prossimo giro, dopo il carbone, toccherà proprio al petrolio. Nel frattempo la Russia – ciliegina sulla torta – è stata sospesa dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu. L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a maggioranza qualificata la sospensione della Russia dal Consiglio dopo le recenti accuse di crimini di guerra. Il provvedimento, che richiedeva la maggioranza dei due terzi dei Paesi votanti, ha ottenuto 93 sì, 24 no e 58 astensioni. È la prima volta che viene sospeso un membro permanente del Consiglio di Sicurezza, e l’ultimo Paese a essere sospeso dall’organismo delle Nazioni Unite con base a Ginevra è stata la Libia di Gheddafi nel 2011. Non è un bel paragone. E così nel grattacielo staliniano che ospita il ministro degli Esteri qualcuno ha perso la pazienza. Il missile è partito contro l’Italia perché Mosca non ha gradito che in Europa – come ha ricordato il Financial Times – è stato Draghi a spingere l’idea di sanzionare la banca centrale al vertice di emergenza dell’UE nella notte dell’invasione. Il piano concordato dalla segretaria al tesoro americano Yellen ...
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