Ue: "Il vaccino Sputnik V non rientra nella nostra strategia"

Ma Bruxelles in caso di emergenza può concedere l'autorizzazione a utilizzarlo, sotto la responsabilità dello Stato richiedente. Commissione: "Irrilevante. Mosca ha bisogno dell'Europa per produrlo"

Il vaccino Sputnik V  entra nello scenario italiano della profilassi

Il vaccino Sputnik V entra nello scenario italiano della profilassi

Bruxelles, 9 marzo 2021 - La Ue frena sui vaccini Sputnik V, appena uscita la notizia che sarà prodotto anche in Italia. Bruxelles infatti non intende, almeno per il momento, usare il siero russo nella campagna di vaccinazioni europea. Anche se la Ue può concedere agli Stati membri in emergenza l'autorizzazione all'utilizzo del vaccino russo, la Commissione europea comunque avverte che non rientra nei piani: "Attualmente non sono in corso colloqui per integrare lo Sputnik V nella strategia Ue sui vaccini", ha spiegato un portavoce. Inoltre la Ue lo ritiene "irrilevante" (anche per l'Italia), perchè dalla produzione alla disponibilità lo Sputnik V arriverà quando il programma europeo sarà già capace di produrre tra i 2 e 3 miliardi l'anno, quindi Bruxelles ritiene in questo caso che sia Mosca ad aver bisogno dell'Europa, per produrre il siero anche per sé e i suoi 'clienti', e non viceversa. 

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Ue: Sputnik V in caso di emergenza

La stessa fonte ha confermato che la Ue può "concedere l'approvazione del vaccino Sputnik" nell'ambito di emergenza, ma "in questo caso la responsabilità spetterà allo Stato membro e non all'azienda, come sarebbe se il vaccino ottenesse l'autorizzazione all'immissione in commercio dell'Ue". Il vaccino russo anti Covid Sputnik V sarà prodotto anche in Italia dalla società Adienne Pharma&Biotech a partire dal mese di luglio. Dieci milioni di dosi entro la fine dell'anno, si legge in una nota. Ma lo Sputnik V, usato anche in Ungheria e in altri Paesi, all'Agenzia europea per i medicinali (Ema) non piace molto, tanto che un funzionario ha paragonato alla "roulette russa" l'autorizzazione d'emergenza del vaccino Sputnik V, già fatta da parte di alcuni Paesi europei.

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Ue: Mosca ha bisogno dell'Europa, e non il contrario

"Capiamo che Mosca ha bisogno di capacità produttive per se stessa e dunque è l'Europa che sta aiutando la Russia, non viceversa", spiegano le stesse fonti. La Ue si chiede quale sia la reale capacità russa di produrre il vaccino, e dalla produzione a quando il vaccino sarà disponibile per la popolazione passeranno mesi. Quindi l'intesa "è irrilevante" per la strategia Ue, ma "anche per l'Italia" perché, continuano le fonti, dal momento in cui inizierà la produzione dello Sputnik a quando il vaccino sarà disponibile per la popolazione passeranno mesi e si arriverà probabilmente alla fine dell'anno, quando l'Ue avrà raggiunto una capacità produttiva di dosi tra i 2 e 3 miliardi l'anno. 

Rasi: "Servono garanzie"

Secondo Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e docente di Microbiologia all'università di Roma Tor Vergata di Roma, ospite di Sky Tg24, servono controlli approfonditi per dare l'ok alla produzione del vaccino russo Sputnik in Italia: "Assolutamente necessario andare a vedere gli stabilimenti dove viene prodotto Sputnik. Oltre l'efficacia e la sicurezza (e finora abbiamo solo le autodichiarazioni su questi due aspetti), gli stabilimenti devono essere certificati. La prima fiala deve essere uguale alla milionesima: non è burocrazia, ma scienza. Se sarà prodotto da noi in Italia, l'Aifa verificherà e non ci sarà problema. Produrlo in Italia non significa commercializzarlo, ci devono dire se è sicuro ed efficace". 

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