Mercoledì 24 Aprile 2024

Ucraina nella Ue e difesa unica L’Europa di Versailles ancora divisa

I Paesi del Nord contrari ai bond comuni per finanziare l’aumento delle spese energetiche e militari. Parigi vorrebbe subito bloccare l’import di petrolio dalla Russia, ma Berlino per il momento frena

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di Elena Comelli

È trascorso oltre un secolo dal 1919, ma sembra ieri nella reggia di Versailles, dov’è stato firmato il trattato che ha concluso la Prima guerra mondiale e gettato le basi per la Seconda. "L’Europa deve cambiare più velocemente e con più forza per l’impatto della guerra", ha detto ieri il presidente francese Emmanuel Macron prima dell’inizio del summit dei leader Ue, investiti in pieno dalla minaccia di Vladimir Putin. E ha aggiunto: i 27 devono essere "ambiziosi" perché il conflitto li chiama a prendere "decisioni storiche" e a "ridefinire totalmente l’architettura della nostra Europa".

Rafforzamento delle capacità di difesa continentale, taglio della dipendenza europea dal gas e dal petrolio russi, elaborazione di un paracadute per le famiglie e le imprese più penalizzate dal caro-energia sono le linee guida di questa ridefinizione dell’Europa, già descritta nella bozza delle dichiarazioni conclusive del vertice dei 27, anche se la riunione entrerà solo oggi nel vivo.

Una dichiarazione ancora in fase di negoziato, naturalmente, ma già contenente la natura delle decisioni che verranno prese. "Italia e Francia sono allineate con il resto dell’Ue, sia nella risposta alle sanzioni, sia nel sostegno che necessariamente comporteranno per i nostri Paesi", ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, arrivando a Versailles per il Consiglio Europeo informale. "Abbiamo chiesto tutti insieme, tante volte, al presidente Vladimir Putin di cessare le ostilità e in particolare i bombardamenti sui civili" e "continueremo a farlo".

Draghi si è detto d’accordo con Macron anche sull’ipotesi di emettere debito comune garantito dagli Stati dell’Ue per affrontare i costi necessari a mettere in pratica le nuove misure, dall’aumento delle spese militari a quelle energetiche, ma nella bozza circolata non si fa accenno a quest’idea né a un nuovo Recovery Plan, che è avversato da una parte dell’Unione, a partire dall’Olanda.

"Non è sul tavolo una cosa simile", ha confermato il premier olandese, Mark Rutte, arrivando a Versailles. Rutte è contrario anche a un percorso accelerato di adesione all’Ue da parte dell’Ucraina, che lo chiede come scudo contro l’aggressione russa. Il presidente francese gli ha fatto eco, confermando che non è possibile "far aderire un Paese in guerra".

Tre Paesi hanno fatto domanda formale di adesione all’Ue: Ucraina, Georgia e Moldavia. "Dobbiamo chiudere la porta e dire giammai? Sarebbe ingiusto", ha aggiunto però Macron. "La Moldavia è molto fragile: è dipendente dal gas russo, c’è la Transnistria con dei combattenti, ci sono decine di migliaia di rifugiati. Non possiamo abbandonarla al suo destino. E bisogna fare attenzione ai Balcani Occidentali. Bisogna mandare un segnale", ha ammonito. Si parlerà, naturalmente, anche delle sanzioni contro Russia e Bielorussia, che sono state massicce, ma non comprendono le forniture energetiche, su cui l’Europa continua a pagare a Putin 7-800 milioni di euro al giorno, finanziando così la sua aggressione all’Ucraina. La Francia preme per un taglio netto, ma la Germania su questo punto è molto prudente.