Ucraina, è l’ora della diplomazia Ma la Nato: niente veti dal Cremlino

Gli Usa rispondono per iscritto alle richieste di Mosca. E l’alleanza atlantica: l’ingresso di Kiev non va bloccato

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Dopo settimane di tensioni crescenti, il confronto tra Russia e Occidente sulla crisi Ucraina prova a imboccare la strada diplomatica. Gli Stati Uniti e la Nato hanno consegnato a Mosca le risposte scritte alle proposte russe sulla sicurezza, mentre a Parigi si è tenuto il primo confronto dopo oltre due anni, sebbene solo a livello di consiglieri politici, tra Russia, Ucraina, Francia e Germania, il cosiddetto ‘formato Normandia’.

Gli scontri verbali, tuttavia, hanno caratterizzato a lungo anche la giornata di ieri. Gli Stati Uniti, ha detto il vice segretario di Stato Wendy Sherman, pensano che la Russia possa aggredire militarmente l’Ucraina, "forse" entro la metà di febbraio, e l’ambasciata americana a Kiev ha esortato i connazionali a "considerare di partire subito" dal Paese.

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, parlando davanti alla Duma, ha accusato l’Occidente di essere in piena "frenesia militarista", di lasciarsi andare a "dichiarazioni isteriche" e di voler spingere l’Ucraina a un passo falso come un attacco alle regioni orientali controllate da milizie indipendentiste filo-russe per scatenare una guerra. "Siamo pronti a tutto - ha avvertito il capo della diplomazia russa -. Noi non abbiamo mai attaccato nessuno, siamo sempre stati attaccati, e quelli che l’hanno fatto non se la sono cavata". Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha respinto le minacce americane di sanzioni dirette al presidente Vladimir Putin, affermando che sarebbero "distruttive" per le relazioni tra Mosca e l’Occidente.

A cercare di calmare gli animi è intervenuta proprio l’ Ucraina, con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba che ha allontanato lo spettro di un’imminente invasione. "Il numero di truppe ammassate lungo il confine dell’ Ucraina è grande", ha detto Kuleba, ma "al momento insufficiente per un’offensiva su vasta scala lungo l’intero confine".

Sul piano diplomatico, mentre a Parigi hanno preso il via i colloqui tra i quattro del formato Normandia, e in attesa della telefonata in programma venerdì tra Putin e il presidente francese Macron, la Russia ha finalmente ricevuto le risposte scritte alle sue proposte avanzate il mese scorso. Nei documenti non c’è ovviamente l’accettazione delle garanzie chieste dalla Russia che l’ Ucraina non entrerà mai a far parte della Nato ("Kiev è libera di scegliersi le alleanze") e di un ritiro delle forze Nato dai Paesi dell’Europa orientale.

Ma il segretario di Stato Antony Blinken ha affermato che a Mosca è stato proposto un "serio percorso diplomatico" per risolvere le dispute, che va da "misure che aumentino la fiducia relativa alle esercitazioni e alle manovre militari in Europa" al controllo degli armamenti sulla questione dei missili strategici e le armi nucleari posizionate nel continente. Dello stesso tenore le dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: l’Alleanza "tende nuovamente la mano a Mosca", ma non tradisce i suoi principi e "si prepara anche al peggio".