di Barbara Calderola PESSANO (Milano) Una coltellata al cuore. E poi calci, pugni e altri fendenti quando Simone Stucchi era già a terra agonizzante. È l’assassinio brutale del giovane edicolante brianzolo colpito a morte dopo una rissa fra bande rivali per un debito di droga, otto mesi fa, a Pessano con Bornago, fra le siepi delle villette di un ordinato paese del Milanese. "Un delitto feroce contro una persona inerme", dice il magistrato che ha chiuso il cerchio. Ieri, i carabinieri hanno arrestato 24 ragazzi (4 minorenni) fra i 16 e i 24 anni, con le accuse di concorso in omicidio, rissa, lesioni, detenzione di stupefacenti, tentata estorsione. Sono i membri delle due bande che la sera del 29 settembre si sono affrontate in regolamento di conti al parco del piccolo centro dell’hinterland. Sei minuti in tutto, dalle 23.30 alle 23.36 a colpi di sanpietrini, bottiglie rotte, spranghe, mazze da baseball, lame, fra le quali quella che ha provocato l’emorragia costata la vita al ragazzo. A impugnarla, secondo gli inquirenti, un 17enne italiano di origini marocchine, che abita vicino al giardino dove si è consumata la tragedia. "Sembrava veramente una tigre – è la testimonianza raccolta dagli investigatori di uno degli amici della vittima –, con un balzo si è scagliato addosso a Simone. Con la mano sinistra gli teneva la testa, con la destra ha affondato il coltello fra le costole, al cuore. Una sola volta, ma restava attaccato con la lama conficcata. Simone voleva staccarsi ma lui continuava a tenerlo fermo. Ero a meno di due metri da loro. Ho visto bene". La fuga dei vimercatesi è precipitosa, "capiscono – ricostruisce il gip Luca Milani nell’ordinanza di custodia cautelare per i maggiorenni – di aver avuto la peggio". Stucchi alza la maglietta, mostra la ferita a tutti. "Il sangue zampillava", raccontano ...
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