Ucciso in casa Fermata la compagna, nove anni fa la gemella ammazzò la madre

Fabriano, il 63enne è stato colpito più volte alla testa con una abat jour. I legali: "Temeva di essere avvelenato". L’avvocato di lei: "Si è solo difesa".

di Sara Ferreri

FABRIANO (Ancona)

Dopo una lite colpisce con violenza il compagno (stavano insieme da 10 anni) con una abat jour fino ad ucciderlo. Poi, dal telefono di lui, invia un messaggio rassicurante alla sorella Rita che, preoccupata, lo cercava da ore. Inizia a vagare per la città, ma poco prima delle 20, rientra nell’abitazione di via Castelli a Fabriano (Ancona) e trova i carabinieri che la dichiarano in stato di fermo portandola in carcere. L’omicidio risale a sabato e la vittima si chiamava Fausto Baldoni, 63 anni operaio fabrianese, per gli amici persona "mite, buona, mai sopra le righe", "sempre sorridente e positivo". Il ritrovamento intorno alle 20, ma la morte secondo i familiari risalirebbe al mattino. Il personale del 118 e i carabinieri hanno trovato l’uomo con il cranio fracassato da un oggetto contundente dopo l’allarme lanciato dalla sorella Rita, insospettitasi dal fatto che il fratello non si è presentato a pranzo e non le rispondeva né al telefono né al citofono. E infine da quel messaggino ‘sospetto’ che Alessandra, la compagna di Fausto, avrebbe inviato dal telefonino di lui. Sotto casa di Fausto, Rita ha fermato una pattuglia dei carabinieri di passaggio e poco dopo grazie ai vigli del fuoco che hanno forzato la porta d’ingresso, ha capito che i suoi timori erano fondati.

Il corpo dell’uomo, esanime in camera da letto, circondato dal sangue. Lei, accusata di omicidio volontario, è Alessandra Galea. Nelle prossime ore sarà interrogata dal gip che dovrà convalidare o meno il fermo disposto dal pm Daniele Paci. Mentre oggi dovrebbe essere effettuata l’autopsia sul corpo del 63enne. Mamma di due figli che vivono in Umbria, avuti da un precedente matrimonio, cinquant’anni anni da compiere il prossimo mese, Alessandra è nata a Jesi e residente nel Perugino (a Bettona). È domiciliata da tanti anni a Fabriano dove per un periodo ha vissuto con la mamma Maria Bruna, 76 anni, uccisa il 25 luglio del 2014 dalla sorella gemella Consuelo, artista che ha vissuto per alcuni anni a Bologna e arrestata poco dopo a Fabriano.

Sorelle gemelle omicide, unite dal sangue: entrambe hanno ucciso una persona (una la mamma, l’altra il compagno) colpendola con veemenza alla testa (Consuelo con il calcio di una pistola da soft air e Alessandra con un’abat jour). Entrambe in carcere a quasi nove anni di distanza l’una dall’altra. Nove anni fa era stato proprio Fausto Baldoni a trovare in casa la mamma delle gemelle assassinata e ancora sotto choc allertare la polizia. Una tragedia annunciata per i familiari della vittima. "Tra Fausto e la compagna – spiegano i fratelli della vittima, Rita e Terenzio, tramite l’avvocato di famiglia Angelo Franceschetti – vi erano molti problemi. Più volte lui ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli. Temeva pure di essere avvelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa. Convivevano da 2 anni, ma si conoscevano da molto tempo. I due figli della donna, avuti da una precedente relazione, dopo che la sorella gemella nel 2014 aveva ucciso la madre, sono stati in pratica cresciuti da nostro fratello. Fausto era generoso, buono, si è fidato e non meritava questo tristissimo epilogo". Secondo alcune testimonianze lei si mostrava particolarmente morbosa e attaccata a lui che la sosteneva economicamente. "Non c’era alcuna intenzione di ucciderlo. Si è solo difesa" le parole dell’avvocato Franco Libori, del foro di Perugia, che difende la Galea.

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