Venerdì 19 Aprile 2024

Ucciso il primo miliziano italiano Era nel Donbass con i separatisti

Il latitante veneto Edy Ongaro in trincea coi filorussi, è morto per l’esplosione di una bomba a mano. Intanto i soldati di Mosca lasciano Chernobyl: molti sono contaminati. Biden avverte: lo zar non si ritira

di Alessandro Farruggia

In Ucraina si conta la prima vittima italiana dei combattimenti. Si chiamava Edy Ongaro, nome di battaglia Mozambo, combattente dal 2015 a fianco dei separatisti filorussi del Donbass. È rimasto ucciso per lo scoppio di una bomba a mano in trincea durante uno scontro a nord di Donetsk. Veneziano di Portogruaro, 46 anni, Ongaro era fuggito nel Donbass da latitante: doveva essere arrestato infatti per aver aggredito una barista a cui aveva dato un calcio all’addome perché si era rifiutata di versargli ancora da bere. Poi se l’era presa con i carabinieri, picchiando anche loro. Da foreign fighter, Ongaro aveva scelto di arruolarsi nelle milizie comuniste filorusse. "Combatterò senza tregua contro l’Occidente", dichiarava un mese fa. "Si è gettato sull’ordigno facendo una barriera con il suo corpo. Si è immolato eroicamente per salvare la vita ai suoi compagni. Nel Donbass aveva trovato il suo riscatto", commenta ora il Collettivo Stella Rossa - Nordest.

Sul campo, intanto, le truppe russe si ritirano in parte da Chernobyl, ma solo perché alcuni soldati sono contaminati. Il piano rimane comunque usare le truppe per portarle nel sudest e provare, integrandole con forze fresche, a conquistare l’intero Donbass. Un riposizionamento tattico che indica come per Mosca la guerra è ben lungi dal finire.

VIA DA CHERNOBYL

A partire da mercoledì pomeriggi i russi hanno iniziato a ritirare truppe da Chernobyl. Ieri il ritiro è stato completato e due colonne di 100 mezzi hanno lasciato l’ex centrale nucleare, pare portando prigionieri (forse come ostaggi per coprirsi la ritirata) alcune decine di soldati della Guardia nazionale ucraina. "Molti dei soldati russi – spiega Energoatom, l’ente nucleare ucraino – sono contaminati perché gli hanno fatto scavare delle trincee, senza alcuna protezione, nella zona della ’foresta rossa’, l’area più contaminata dell’intera zona di esclusione. Molti hanno assorbito una dose significativa di radiazioni, sono stati presi dal panico ed è scoppiata una mezza rivolta". I contaminati sono stati imbarcati su sette bus, con 110-160 militari, che li hanno portati al Centro repubblicano per la medicina delle radiazioni di Gomel (Bielorussia), dova già nei giorni scorsi erano stati ricoverati altri militari russi.

ALLEATI SCETTICI

"Sono scettico sul fatto che le truppe russe si stiano ritirando, non abbiamo nessuna prova che questo stia accadendo. Ci sono invece prove che Mosca stia rafforzando le sue truppe nell’area del Donbass", ha detto ieri il presidente americano Joe Biden, aggiungendo che "Putin sembra sempre più isolato, pare che abbia licenziato alcuni dei suoi consiglieri". "Secondo la nostra intelligence – ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg – le unità russe non si stanno ritirando, ma riposizionando. La Russia sta cercando di raggrupparsi, rifornirsi e rafforzare la sua offensiva nella regione del Donbass".

MOSCA A PECHINO:

"DATECI UNA MANO"

"Mosca ha presentato richieste di aiuto finanziario alla Cina" ma per ora "non è stato notato alcun movimento". È l’analisi stilata a Bruxelles alla vigilia del summit di oggi tra i vertici Ue e il leader cinese Xi Jinping: l’obiettivo, spiega un alto funzionario Ue, è far capire alla Cina che "non può essere neutrale".

BOMBE SUI VOLONTARI

Nell’Est e nel Nord sono piovuti ancora missili e proiettili di artiglieria. Mariupol è sempre sotto attacco ed è fallito l’ennesimo tentativo di evacuazione. A Chernihiv è stato colpito un convoglio di bus con volontari. "Cinque mezzi sono finiti sotto il fuoco nemico quando hanno provato a entrare nella città assediata per le evacuazioni", ha denunciato la commissaria per i diritti umani Lyudmila Denisova.

LA SITUAZIONE A KIEV

"Nella notte – ha detto il vice capo di stato maggiore dell’esercito ucraino, Alexander Gurchevich – 700 mezzi russi hanno lasciato la zona di Kiev ritirandosi verso Ivankov. Mosca sta ristrutturando i suoi obiettivi strategici e punta A concentrare le sue forze, per ora senza abbandonare del tutto Kiev, per cercare di conquistare il Donbass". Si continua a combattere duramente a Izyum, Popasna, Sevierodonetsk. Gli ucraini reggono.

PIÙ COSCRITTI PER PUTIN

Chiamata alle armi per 134.500 russi tra i 18 e i 27 anni che non sono nella riserva. Putin l’ha messo nero su bianco con un decreto che fissa fra oggi e il 15 luglio la campagna di coscrizione. Potrebbe però non bastare: per questo prosegue l’addestramento di mercenari in Siria.