Giovedì 18 Aprile 2024

Uccisero il papà violento in una lite Fratelli condannati a 21 e 24 anni

La vittima era indagata per maltrattamenti alla moglie. E minacciava i figli per sapere. dove si era nascosta

GENOVA

A un anno e mezzo dal parricidio che ha sconvolto il quartiere di San Biagio in Valpolcevera, la Corte d’assise di Genova ha condannato in primo grado a 21 e 14 anni di carcere i fratelli Alessio e Simone Scalamandré (nella foto con la madre), accusati di aver ucciso il padre Pasquale al termine di una furiosa lite. La vittima, ex autista dell’Amt, 62 anni, era indagato per i maltrattamenti alla moglie che quella sera del 10 agosto 2020 non era a casa con i figli. La donna era stata trasferita da tempo in una struttura protetta in Sardegna per sfuggire alle minacce dell’ex marito che vessava i figli per sapere dove si trovasse. Quella sera Pasquale era andato a casa dei due ragazzi: voleva convincere Alessio a modificare le accuse nei suoi confronti visto che a settembre sarebbe cominciato il processo. La lite era degenerata fino a un’inaudita esplosione di violenza. Era stato Alessio a chiamare la polizia confessando subito l’omicidio ma escludendo la responsabilità del fratello più piccolo Simone. Entrambi però erano finiti a processo con l’accusa di omicidio volontario in concorso aggravato dal vincolo di parentela. Il sostituto procuratore aveva chiesto per Alessio e Simone, che oggi hanno 30 e 22 anni, rispettivamente 22 e 21 anni di carcere. L’avvocato di Alessio aveva chiesto la riconfigurazione del reato in eccesso colposo di legittima difesa e soprattutto, con il parere favorevole del pubblico ministero che sul punto ha presentato una memoria scritta, di rimettere alla Corte costituzionale proprio l’articolo del Codice rosso che di fatto impedisce al singolo giudice di valutare caso per caso le attenuanti, ma la Corte d’assise non ha accolto l’istanza.

"Sarà uno dei tanti motivi di appello" ha spiegato l’avvocato Luca Rinaldi. I due ragazzi, che hanno partecipato a tutte le udienze, hanno assistito in silenzio alla lettura della sentenza. Poi Alessio, che si trova tuttora agli arresti domiciliari, è stato accompagnato a casa dal fratello Simone. La madre invece ha preferito non essere presente.

red.int.