Venerdì 19 Aprile 2024

"Uccise l’amante ventenne" Ex poliziotto arrestato dopo 17 anni

Messina, caso riaperto grazie a un esposto anonimo. L’assassino fece sembrare il delitto un suicidio

di Nino Femiani

Diciassette anni per far luce su quella che era una morte senza colpevoli, un cold case che ha superato le barriere del tempo fino a fare emergere la verità. Maurizio Mirko Abate, ex agente della polizia stradale di Cosenza Nord, è stato arrestato per l’omicidio premeditato, aggravato dai futili motivi e in concorso con altro soggetto allo stato ignoto. Vittima la 22enne Lisa Gabriele, uccisa il 7 ottobre 2005 a Montalto Uffugo (Cosenza). L’ex poliziotto è accusato anche di spaccio e cessione di marijuana al figlio (su cui già pende un procedimento penale).

Il caso era stato archiviato dopo due anni di inconcludenti indagini, chiuso nei cassetti della procura fino all’ottobre 2018 quando agli uffici del pm Antonio Tridico arrivò una lettera anonima di un "poliziotto onesto della stradale costretto al silenzio dalla paura, ma afflitto dal rimorso", nella quale venivano sottolineati particolari segreti, noti solo agli inquirenti. I carabinieri di Rende ripartirono daccapo, sentendo vecchi e nuovi testi, mettendo sotto controllo le utenze di alcuni indiziati e ottenendo la riesumazione del cadavere che offrì nuovi spunti di indagine. Uno spettro investigativo che consentì, anche grazie all’esame del vecchio telefonino di Lisa, di colmare le lacune e approdare a uno scenario indiziario capace di collegare il poliziotto alla vittima. L’omicidio è stato così illuminato da una nuova luce, scavando nelle pieghe di una relazione sentimentale tra Abate, sposato e la cui moglie aveva appena partorito un figlio, e la giovanissima Lisa. Un legame passionale definito sbilanciato, ossessivo e connotato da episodi di reiterate violenze e brutalità – come emerge da dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Un nesso affettivo precipitato nel degrado di serate a base solo di sesso, droga e perversioni. Per gli inquirenti, il rapporto sarebbe esploso nel momento in cui Abate aveva cercato di troncare, di mettere fine alla relazione extraconiugale in quanto la moglie pare sospettasse della tresca e minacciava di non fargli vedere più il neonato. Lisa aveva cercato di convincere Maurizio a lasciare la moglie, affermando di essere anche lei incinta. Per tutta risposta l’uomo l’aveva picchiata, le aveva danneggiato l’automobile arrivando fino a ucciderle la cagnolina. La ragazza venne trovata morta in un bosco nella sua auto: accanto al corpo due scatole di psicofarmaci, una bottiglia di whisky e un biglietto di addio. L’autopsia accertò che Lisa non si era uccisa, ma era stata soffocata con un cuscino, in un luogo diverso da quello del ritrovamento. A inchiodare Abate, oggi 51enne, anche le intercettazioni con frasi nelle quali l’ex poliziotto ammette, in modo frammentario, l’assassinio oltre a intrecciare conversazioni in codice col figlio per lo spaccio di droga, nascosta nella cassetta della posta.