"Uccisa perché voleva salvare il fidanzato"

Svolta nel giallo di Pisa. "Khrystyna punita poiché spingeva il compagno a lasciare i traffici di armi e droga". Arrestato l’ex socio dell’uomo

La vittima Khrystyna Novak, 29 anni era di origine ucraina

La vittima Khrystyna Novak, 29 anni era di origine ucraina

Si doveva credere che la bella ballerina ucraina, Khrystyna Novak, avesse tagliato la corda in fretta e furia. Che fosse scappata per paura, dopo l’arresto del suo fidanzato, il 41enne Airam Gonzalez, imprenditore nel settore delle pelli, finito in carcere per armi e droga. Invece le indagini della Procura di Pisa, guidata da Alessandro Crini – che ha coordinato il lavoro della Squadra Mobile della città e della polizia scientifica di Firenze e Roma –, hanno scritto in quattro mesi e mezzo un altro copione. La 29enne era già morta da dieci giorni quando venne segnalata la scomparsa e partirono le ricerche (del caso si è occupata a lungo anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’). E ad ucciderla sarebbe stato il vicino di casa, Francesco Lupino, 49anni, tatuatore: l’uomo che, con una soffiata alla polizia, aveva messo nei guai il fidanzato della giovane: era stato lui a dargli pistole e droga. Ma perché prima lo ha messo nei guai e poi avrebbe ucciso la sua compagna? Due giorni prima, è stato ricostruito, tra i due c’era stata una lite a cui avrebbe fatto da detonatore la volontà del 41enne, su espressa richiesta della Novak, di tirarsi fuori dal giro di affari criminali che condividevano.

Gonzalez venne arrestato nella sua casa di Orentano, il pomeriggio di Halloween. Così Khrystyna resta sola: il giorno successivo parla e chatta con le amiche, alle 22.35 cerca su Google un film d’amore che non vedrà mai. Secondo gli inquirenti, Lupino – che aveva già bussato alla sua porta –, sarebbe entrato in casa e, dopo una lite, l’avrebbe uccisa a colpi di pistola. E per omicidio volontario e occultamento di cadavere da ieri alle prima luci dell’alba, l’uomo si trova nel carcere Don Bosco. Il movente? "L’esistenza della ragazza ha impattato nelle tensioni delinquenziali tra i due", ha spiegato il procuratore Crini.

Cosa avrebbe incastrato il presunto killer? Intercettazioni, dichiarazioni che non avrebbero trovato riscontro, ed elementi emersi dalle indagine tecniche. L’esame dell’Icloud della vittima (il cellulare non è mai stato trovato) ha consentito la ricostruzione del suo ultimo giorno di vita: l’apparecchio smette di riprodurre segnale alle 8,44 del 2 novembre per poi tornare in vita, improvvisamente, venticinque ore dopo, dalle 9,41 alle 9,55. Quel giorno il cellulare si allontana da Orentano e viaggia per due chilometri: anche Lupino – è emerso da testimonianze e visione delle telecamere – si sarebbe allontanato con l’auto, mentre il suo cellulare smette di produrre traffico. Una fascia oraria nella quale l’indagato sostiene di essere stato intento a fare un tatuaggio: ma il riscontro con il cliente non combacia. Anche la villetta, dove la Novak e il fidanzato vivevano assieme ha "parlato": la scientifica ha trovato tracce di cancellazioni di sostanza ematica in un corridoio, e tracce biologiche riconducibili al dna della Novak, proprio dove c’erano le cancellature. Ma soprattutto è stata trovata una scalfittura nel muro con all’interno un frammento metallico, frutto di una lega composita di piombo rame e zinco che è stato comparato con il proiettile estratto dalla carcassa del cane del Gonzalez a cui Lupino sparò in estate con una pistola marca Tanfoglio. L’elevata compatibilità emersa dagli accertamenti ha chiuso il cerchio. Il fidanzato della Novak, ieri, dopo l’arresto del presunto killer, ha detto: "È un uomo pericoloso, ora ci faccia almeno ritrovare il corpo".