Venerdì 19 Aprile 2024

Uccisa dall’ex, l’avvertimento "Stai attenta e non uscire"

Lidia, 42 anni, aveva ricevuto una lettera anonima poco prima del delitto. Per i medici il killer (che ha ammazzato anche l’attuale compagna) era guarito

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Qualcuno aveva provato a metterla in guardia. A strapparla alla furia omicida dell’ex marito. Una lettera anonima di "un’amica", un avvertimento a Lidia Miljkovic: "Non andare in giro, sei in pericolo". La missiva era stata trovata nella cassetta postale della nuova abitazione della donna tre giorni prima del duplice femminicidio di Vicenza, il teatro di sangue allestito da Zlatan Vasiljevic che dopo aver ucciso Lidia, la sua ex moglie, e la compagna, con la quale era in crisi, si è ammazzato. Il particolare inquietante è stato rivelato ieri da Daniele Mondello, che assieme a Lidia stava cominciando una nuova vita, lontana dalle violenze e dai soprusi.

Assieme a parenti delle due donne e a dei testimoni, Mondello è stato ascoltato in questura, dove si sta cercando di ricostruire la dinamica del duplice delitto, del suicidio di Vasiljevic e delle giornate e ore precedenti l. Fra le persone sentite dalla polizia c’è stato anche l’ex marito della Serrano, l’altra vittima, che è rientrato dalla Spagna dove si era trasferito assieme alla figlia. Ieri si sono svolte le autopsie sui tre corpi, e a breve dovrebbe giungere dalla magistratura il nulla osta ai funerali. Al vaglio degli investigatori infine ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona del quartiere Gogna, dove Lidia è stata trovata morta in strada e da cui Vasiljevic è fuggito a bordo dell’auto nella quale è stato rinvenuto il cadavere di Gabriela, uccisa per prima.

Qualcuno dunque aveva capito che Vasiljevic poteva colpire, non essendo tra l’altro più soggetto alle misure restrittive disposte dalla magistratura dopo l’arresto nel 2019 e dopo aver scontato la pena di un anno e mezzo per maltrattamenti e lesioni. Dalla sentenza del processo d’appello, celebrato nel 2020 a Venezia, era addirittura stata sottolineata la "prognosi favorevole circa la futura astensione dalla commissione di altri reati" del killer, che così aveva goduto di uno sconto di pena rispetto all’anno e 10 mesi ricevuti in primo grado e la sospensione condizionale. La decisione si era basata su una relazione del Servizio dipendenze dell’Ulss 8 di Vicenza, al termine di un periodo di trattamento terapeutico e rieducativo di Vasiljevic presso l’associazione ‘Ares’, tra il 2019 e il 2020.

"La valutazione finale è positiva – attestavano i giudici d’appello –, evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima, senza ausilio di terapia farmacologica". Una conclusione che stride con quanto soltanto un anno prima aveva scritto il gup di Vicenza, secondo cui Vasiljevic rimaneva pericoloso perché aveva "un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante, che nemmeno l’avvio del procedimento penale aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato". Per approfondire le circostanze che hanno condotto a decisioni così diverse tra loro e poi al duplice femminicidio, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto ai suoi ispettori di avviare approfondimenti.

Lauro Righi