Ragazza sbranata dai cani in Calabria, arrestato il padrone del branco. Le parole del papà

Simona Cavallaro, 20 anni, era stata attaccata mentre faceva una gita con un amico

Catanzaro, 1 aprile 2022 - Ha 45 anni ed è un allevatore l'uomo arrestato oggi dai carabinieri per la morte di Simona Cavallaro, la 20enne uccisa da un branco di cani il 26 agosto dello scorso anno in un’area adibita a pic-nick in località Monte Fiorino di Satriano (Catanzaro). Il pastore si trova ai domiciliari.

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Le accuse

Il pastore è accusato di omicidio colposo, anche se la procura aveva chiesto il preterintenzionale. Il 5 aprile si terrà l'interrogatorio di garanzia

Lo strazio del papà

"Amore dolce del tuo papà - scrive Alfio Cavallaro, il padre di Simona, sull'account Fwcebook -. Nessun procedimento giudiziario, nessuna condanna può alleviare il dolore che ho nel cuore. Non riesco ad odiare nessuno, perché nessuno può riportarti in vita. Dio ti ha voluto al suo fianco perché sei stata un'anima pura, semplice e con un cuore pieno d'amore per il prossimo. Non voglio commentare gli ultimi sviluppi perché ho molta stima per gli inquirenti e fiducia nella procura di Catanzaro".

Ragazza sbranata dai cani, la pineta della morte

La pineta della morte

Il suo nome era già emerso nell’immediatezza del fatto quando ricevette un avviso di garanzia come proprietario del gregge e dei cani killer. La ragazza si era recata nel pomeriggio del 26 agosto nella pineta dell’area attrezzata di località per organizzare un pic-nic, quando s’imbatte nel gregge di capre e pecore protetto da dodici cani, che l’aggredirono, cagionandone la morte per lo choc emorragico dovuto alle diverse lesioni subite agli arti inferiori, al capo e nella zona pelvica.

Il capobranco

L'inchiesta, condotta dai carabinieri di Soverato, ha accertato fin dall'inizio che i 12 cani appartenevano al pastore. Gli investigatori, anche con l'aiuto della polizia locale di Satriano, hanno cercato a lungo e poi trovato il capobranco, che avrebbe guidato l'assalto alla povera Simona. 

Il buco nero

Simona e l'amico che era con lei avevano in un primo momento trovato rifugio insieme in una chiesetta di legno per sfuggire all'assalto dei cani. Poi, per motivi ancora da chiarire, la ragazza è uscita dal nascondiglio. Quell'azione le è stata fatale.

Alcuni dei cani pastore catturati e, nel riquadro, Simona Cavallaro
Alcuni dei cani pastore catturati e, nel riquadro, Simona Cavallaro

Dove sono i cani

I 12 cani del branco sono stati presi in carico dal canile. Nella pineta della morte, assicurano gli investigatori, non c'è più nessun animale.

 

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Sbranata

Simona era con un amico, che aveva trovato riparo all’interno di una chiesetta in legno ubicata nelle vicinanze, riuscendo così a salvarsi. L’autopsia aveva attestato che le lesioni e lacerazioni di più parti del corpo della vittima erano inconfutabilmente riconducibili ad un attacco multiplo da parte di cani e gli accertamenti di laboratorio eseguiti dal Ris dei Carabinieri di Messina sui peli prelevati dagli esemplari catturati hanno permesso di appurare la presenza di sangue riconducibile ad profilo genotipico di sesso femminile perfettamente sovrapponibile a quello della giovane aggredita. 

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