Ubriaco al volante uccise due bimbi Condannato, è già fuori dal carcere

I genitori devastati: "Doveva fare 9 anni in cella, dopo tre è ai domiciliari. Solo noi siamo all’ergastolo"

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di Nino Femiani

VITTORIA (Ragusa)

"Siamo distrutti, è uno schifo. Si chiama ingiustizia, non giustizia. A meno di un mese dai tre anni dalla morte di Alessio e Simone, chi li ha investiti quella notte riducendoli a poltiglia, è fuori dal carcere. Solo noi, noi genitori, abbiamo l’ergastolo". Sono parole piene di rabbia, quelle Alessandro e Tony D’Antonio, papà dei cuginetti uccisi l’11 luglio del 2019 a Vittoria, un popoloso centro in provincia di Ragusa. Era una sera calda, Alessio e Simone, meno di 12 anni, erano seduti sul gradino dell’ingresso della casa dei vicini, in via IV Aprile, quando Rosario Greco, che aveva bevuto e assunto cocaina, arrivò a velocità pazzesca investendoli. Pregiudicato, figlio di Emanuele, "pezzo da 90" della criminalità vittoriese, noto come il "re degli imballaggi", era in auto con altre tre persone. Tra queste c’era Angelo Ventura, detto "U checcu", precedenti alle spalle e figlio del boss Giambattista. Il 20 maggio 2020 Greco fu condannato in appello a 9 anni per duplice omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica. Il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, aveva chiesto 10 anni di carcere, al termine dell’udienza preliminare, in forza del rito abbreviato. Il ministro della Giustizia Bonafede era andato a trovare i genitori dopo la tragedia e aveva promesso loro di cambiare le norme. Non ci riuscì.

Dopo meno di due anni, la Corte di Cassazione, lo scorso marzo, ha annullato quella sentenza con rinvio per un "vizio di motivazione" riguardante il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa. Il processo è, quindi, da rifare, ma intanto Greco è stato posto ai domiciliari e tre giorni fa ha potuto lasciare il carcere. L’istanza, accolta dalla Corte d’Appello, è stata presentata dal legale del "pirata", Nunzio Citrella. "È incredibile, siamo senza parole – commentano amaramente i D’Antonio –. Ci siamo affidati alla giustizia, non possiamo pensare che a meno di tre anni dalla tragedia che ci tolse i nostri figli, oggi questo delinquente sia fuori dalla galera. Tre anni di carcere per aver trucidato due bambini? Chiediamo una mobilitazione civile, chiediamo ai giudici di non negarci quella giustizia in cui credevamo, perché – concludono – altrimenti solo la nostra condanna sarà a vita". Ancora più amaro il commento di papà Tony: "I due bambini avrebbero compiuto a maggio 14 anni, l’età dei progetti. Avremmo dovuto festeggiare, pensare al patentino, al motorino. E invece abbiamo celebrato la messa di suffragio. E mentre noi scontiamo il nostro ergastolo a vita, chi li ha uccisi lascia il carcere. Questo non posso accettarlo. Siamo molto arrabbiati. Prima una sentenza mite, poi il processo annullato dalla Cassazione, ora la notizia della scarcerazione. Lo Stato ci ha tradito per la terza volta".

"È assurdo – non si capacita Valentina D’Antonio –: chi sale in macchina drogato e ubriaco è un criminale e meriterebbe l’ergastolo. Lui che si divertiva a gironzolare per la città in quello stato, non dovrebbe uscire dal carcere e, invece, ora sta tranquillamente a casa sua". Più pacato l’avvocato Daniele Scrofani che però in modo puntuale elenca le insoddisfazioni delle due famiglie colpite: "Il caso è stato trattato come omicidio stradale, ma qui non ci sono due macchine che si scontrano, ma un missile che ti piomba in casa. Poi il rito abbreviato (che ha in pratica dimezzato la pena, ndr), infine la beffa dei domiciliari. E’ evidente e giustificato il rammarico dei D’Antonio". "Una vergogna, una schifezza. Giustizia per Alessio e Simone, la vita di due bimbi vale. Mi auguro vivamente che il presidente Mattarella intervenga!", scrive su Twitter il leader della Lega Matteo Salvini, commentando la notizia degli arresti domiciliari concessi a Greco.