
Lo ’Yoga day’ a Times Square per il solstizio, un appuntamento arrivato al 23° anno
FerriUn rito di massa che ci fa sentire tutti più buoni e in sintonia con l’universo, coi chakra aperti e pieni di energia positiva. Niente è più occidentale dello ’Yoga day’ che viene celebrato oggi in tutto il mondo con lezioni in location spettacolari o pratiche più o meno impegnative. La più tosta sono i 108 saluti al sole, visto che è il solstizio d’estate. Per chi non ne ha mai sentito parlare, è una sequenza fissa di posizioni (otto, nella versione ’leggera’) ripetuta per 108 volte. Chi arriva alla fine è a un passo dall’illuminazione, fidatevi.
Dagli anni ’60 e ’70 in poi l’Occidente ha trasformato lo yoga, pratica indiana millenaria, in un business planetario: lezioni, corsi, completini fitness, borracce, tappetini, portatappetini, ritiri, workshop, e chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi anni, per accaparrarsi clienti (ops, studenti, yogi e yogine...) fioriscono varianti di ogni tipo. L’India si è accodata in fretta: si fanno campionati di yoga, roba da far rabbrividire chi ritiene che questa, prima che fisica, sia una pratica spirituale (non religiosa!). Quindi è sbagliato celebrare lo ’yoga day’e più in generale tutto questo business? No: i benefici per il corpo e anche per la mente sono evidenti. Anzi, sarebbe bello portare un po’ di energia positiva fuori dal tappetino e nella vita quotidiana. Quasi sempre, è una missione impossibile.