Giovedì 18 Aprile 2024

Tutto il dolore che potevamo evitare

L'editoriale di Agnese Pini

L'editoriale di Agnese Pini

Non dite loro: "Non si poteva prevedere". Perché anche ciò che non si può prevedere si può evitare. Allora: non si poteva certo prevedere che uno tsunami di acqua e fango si abbattesse su quella manciata di chilometri quadrati tra Senigallia e Cantiano. Non si poteva prevedere la violenza del cielo, la bomba che ha scaraventato una massa inaudita di pioggia tra il fiume e le case. No, non si poteva prevedere: ma gli effetti, loro sì, si potevano evitare. Così adesso bisogna dare spiegazioni a quegli uomini e a quelle donne che da venerdì vivono con le mani nel fango, e ricostruiscono senza sosta pezzi di vita annientati dalla tempesta.

Oggi che la paura ha lasciato il posto alla rabbia, che il dolore non si è trasformato in rassegnazione, ecco che è necessario essere chiari sulle responsabilità, sulle ingenuità, sulle trascuratezze. Dovrà farlo la magistratura, dovrà farlo la politica. Ecco le prime domande: perché non sono state fatte le casse di espansione, gli interventi di manutenzione sul letto dei fiumi, l’adeguamento delle infrastrutture più sensibili, come i ponti di Barbara e Senigallia danneggiati dal diluvio? Il presidente della Regione Acquaroli punta il dito contro la mancanza di finanziamenti adeguati, e contro l’immobilismo di chi negli anni non ha saputo mettere in pratica le promesse e i progetti necessari. È un vecchio male di questo Paese, un male di cui si dibatte solo all’indomani delle tragedie e dei loro morti. Le politiche ambientali con tutte le declinazioni del caso, si sa, non scaldano le folle e non portano voti. E la politica sostanzialmente se ne disinteressa, perfino in campagna elettorale. Da noi il pragmatismo (e l’ambiente ha bisogno di pragmatismo e di scelte) cede ancora il passo all’ideologia: sia quella più spinta dell’immobilismo turboambientalista, sia quella dell’indifferenza cieca in nome del progresso. Il risultato è un’Italia stremata: non dal clima impazzito, ma dall’inadeguatezza a cui la stiamo condannando.