Sono ancora vivi e tenuti prigionieri dai russi a Sebastopoli, in Crimea, i 13 marinai ucraini creduti morti nei giorni scorsi nella difesa dell’isola dei Serpenti, poco più di uno scoglio di 18 ettari, con un faro, un piccolo molo e una manciata di edifici militari. A circa 40 km dalle coste ucraine e da quelle della Romania, e a 300 dalla Crimea, l’isolotto è ritenuto un punto strategico per la navigazione nell’ovest del Mar Nero. Il gruppo di guardacoste era diventato famoso per un audio diffuso sui social in cui si sentivano insultare i militari russi che in due riprese avevano attaccato l’isolotto venerdì. "Questa è la nave militare russa. Arrendetevi e deponete le armi altrimenti apriremo il fuoco", era stato il messaggio dei marinai russi. "Nave da guerra russa, vai a farti fottere", la replica dei militari ucraini. I 13 erano stati dati per morti dopo aver difeso l’isola fino alla fine e il presidente Volodymyr Zelensky gli aveva già attribuito il titolo di "Eroi dell’Ucraina". Ma già nel fine settimana Kiev aveva ipotizzato che potessero essere ancora in vita. Ieri la conferma.
CronacaTutti vivi i marinai eroi dell’isola dei Serpenti Nessun bombardamento: sono stati catturati