Tutti in fila per musei Pienone nelle città d’arte "Educhiamo i turisti al rispetto del bello"

Tutti in fila per musei  Pienone nelle città d’arte  "Educhiamo i turisti  al rispetto del bello"

Tutti in fila per musei Pienone nelle città d’arte "Educhiamo i turisti al rispetto del bello"

di Nino Femiani

NAPOLI

L’Italia in occasione dei Ponti di primavera fa il pieno di turisti. Ma molti residenti si lamentano dei troppi arrivi. Come pensa bisognerebbe conciliare gli arrivi sempre più numerosi e il decoro dei centri urbani e delle città d’arte? "Uno sforzo è richiesto in primis alle singole persone con uno slancio di civiltà nell’immaginare che la bellezza che stanno vivendo, che stanno assaporando, di cui stanno facendo esperienza merita rispetto, in ogni gesto che viene compiuto per vivere momenti di svago. Momenti di svago che non significano lassismo ma appunto rispetto della bellezza a cui si è ammessi. Detto questo sono in atto strategie per distribuire i flussi turistici in vari momenti dell’anno andando a valorizzare anche le aree meno note del Paese e le esperienze differenziate per target e per vari periodi dell’anno".

A parlare è Ivana Jelinic, giovane amministratrice delegata di Enit, fortemente voluta dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che l’ha designata lo scorso novembre. Ha ricoperto prima l’incarico di presidente regionale di Fiavet (Federazione italiana associazioni imprese di viaggi e turismo) in Umbria, per poi diventare, nel 2018, la più giovane presidente nazionale di Fiavet rieletta per acclamazione al secondo mandato.

Oggi, 25 aprile, i musei italiani saranno aperti. Ma è subito polemica perché, come dice Sgarbi, l’Italia è stata già fin troppo generosa con i turisti, soprattutto quelli stranieri, soprattutto quelli ricchi che pagano una miseria per entrare a Pompei o agli Uffizi. Cosa ne pensa?

"Contingentare l’accesso al bello e al patrimonio italiano stride con l’idea invece di accrescere i flussi turistici e quindi con la promozione stessa. C’è sicuramente il tema che il turismo deve essere analizzato qualitativamente non quantitativamente, va cambiato e la sensibilità dell’approccio del turista al viaggio non soltanto con una redistribuzione del carico antropico ma anche condividendo uno slancio di sostenibilità. Un orientamento sostenibile si sta già manifestando fortemente ed Enit sta accompagnando anche le imprese turistiche e gli operatori verso questa transizione ecologica, anche attraverso il progetto Eu Eco Tandem".

La tradizione enogastronomica italiana spinge molto il turismo, ma gli operatori – parlo di ristoratori, gestori di enoteche, agriturismi– parlano di una scarsa attenzione verso di loro. È così?

"Viene riconosciuta grande attenzione all’enogastronomia. Enit l’ha inserita tra le linee guida del piano strategico. Non sono questi i feedback che riceviamo anche dai nostri monitoraggi con l’Ufficio Studi Enit. C’è invece grande coinvolgimento del comparto con associazioni di impresa o percorsi multiesperienziali che abbracciano tutti gli operatori del turismo enogastronomico".

Il settore del turismo italiano è troppo frammentato. Cosa bisogna fare per integrare le numerose micro strutture?

"È un processo già in corso che stiamo sviluppando sempre di più.Con il Clubitalia e attraverso workshop e fiere di settore coinvolgiamo le micro-realtà, connettendole alle macro. Inoltre siamo capofila del progetto europeo di supporto alle Pmi nella transizione green".

Promuovere il made in Italy: cosa bisognerebbe fare? Servono ancora le fiere del turismo che spesso promuovono sagre regionali, o bisogna concentrarsi, come all’estero, su poche manifestazioni?

"Ogni occasione di incontro è uno scambio, un momento di crescita. Noi prendiamo parte solo alle principali fiere internazionali, quelle dove si decide il destino del turismo e l’orientamento dei viaggiatori".