Tutti in classe sempre (e i presidi protestano)

Scuole in presenza al 100% eccetto la zona rossa, Giannelli (Anp): "Tamponi e trasporti problemi irrisolti". Le Regioni: "Siamo preoccupati"

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di Elena G. Polidori

Dal 26 aprile riaprono in presenza tutte le scuole, università comprese, nelle regioni gialle o arancioni, mentre in zona rossa dovrebbero svolgersi lezioni in presenza fino alla terza media e alle superiori almeno al 50%. È l’esito del confronto in cabina di regia tra governo e Regioni, annunciato ieri dal premier Mario Draghi. "C’è un cambiamento rispetto al passato, si dà precedenza alle attività all’aperto e alle scuole – ha spiegato ancora – il governo ha preso un rischio ragionato, con i dati in miglioramento". Per la riapertura delle scuole, poi, sono stati stanziati 390 milioni "per un programma di trasporti pubblici locali da attuarsi con le Regioni".

I sindacati – Cgil, Cisl, Uil, Snals, GIlda, Anief e Anp – sono stati convocati, subito dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per parlare delle riaperture e per le valutazioni delle questioni legate alle norme da seguire per evitare nuovi focolai all’interno dei plessi scolastici. I problemi, infatti, sono rimasti quelli di sempre intorno alla scuola tanto che l’annuncio di Draghi è stato accolto con qualche dubbio dal presidente dell’associazione presidi, Antonello Giannelli. Riportare tutti i ragazzi a scuola è una volontà che "è stata più volte manifestata, ma la possibilità di realizzarla dipende anche dai trasporti. Non so come si farà, da oggi al 26 aprile a realizzare queste condizioni – sottolinea –. Poi c’è il tema dello screening tramite tamponi veloci: non abbiamo avuto novità. Con queste difficoltà mi sembra problematico riaprire tutte le scuole, ma bisogna sentire cosa dice cosa dice il Cts. Tutti auspichiamo la riapertura ma il tema è la fattibilità, non abbiamo informazioni che le condizioni vi siano, vedremo".

Ieri sera, intervenendo a Radio24, ha esternato dubbi anche Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni: "La riapertura delle scuole al cento per cento è la scelta che mi preoccupa di più. C’è una organizzazione importante che va allestita, un limite fisico. Importante è che poi non si dia la responsabilità agli enti locali. Per avere un autobus serve più di un anno; si possono utilizzare bus turistici ma non nelle aree urbane. Mi auguro che il Governo proponga anche le soluzioni". Sulla questione dei trasporti, è stato lo stesso Draghi ad assicurare l’investimento di 390 milioni per potenziare il trasporto pubblico locale, ma i rischi legati alla frequentazione dei mezzi pubblici da parte degli studenti, soprattutto delle scuole medie e superiori, è un fatto che tuttora preoccupa i dirigenti scolastici responsabili della sicurezza, come sottolinea anche Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio: "I mezzi pubblici saranno in grado di assorbire in maniera funzionale tutti gli studenti? Gli assembramenti saranno vietati all’esterno e nelle piazze della città?".