Tutti contro la giornalista: "Parole inaccettabili"

I primi a irritarsi sono proprio i telespettatori e su Twitter l’hashtag #Palombelli balza fra i primi trend. In testa la deputata del Pd Laura Boldrini, seguita in massa da colleghi di partito: "No, non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo. La causa dei femminicidi è una sola: l’idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza. Punto e basta". Grave, offensivo, diseducativo, incalza la senatrice Valeria Fedeli: "Possibile che una giornalista esperta come Palombelli, su uno dei principali canali della tv italiana, legittimi uno degli stereotipi più pericolosi?" Sulla stessa linea Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio: "Non possiamo chiederci se una donna lo meriti. Non può farlo una giornalista. Nessun comportamento giustifica la prevaricazione maschile".

E via così: "Abisso culturale e umano". "Siamo in pieno victim blaming" – incalza Amnesty. "Quelle parole sono sbagliate e oltremodo gravi", scrive la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi. "Parole di gravità inaudita", si legge in una nota dell’intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità. Secondo le deputate, "sette femminicidi in sette giorni sono la fotografia del Paese. E ancora Barbara Palombelli prova a chiedere se esista una giustificazione al comportamento esasperante delle donne? Non si possono diffondere pregiudizi maschilisti tossici che finiscono nel trasformarsi in alibi".

Tra i pochi a correre in soccorso della conduttrice c’è Maria Giovanna Maglie: "Quale bufera? Quante balle politically correct! Fai un programma in cui si finge di celebrare un processo e introduci l’argomento del ‘aveva perso la testa’ o ‘lei lo aveva provocato’: lo usano ahimè i giornali e si usa nei processi. Non vedo il problema. Molto rumore per nulla".

Viviana Ponchia