Mercoledì 18 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Tumore trattato con tisane ed erbe. Morì a 40 anni dopo aver tolto un neo. Assolto il santone che la curò

Ribaltata in Appello la sentenza sul decesso di Roberta Repetto. La donna si era rivolta a un centro olistico. Fu operata alla schiena, senza anestesia, su un tavolo. Condannato (ma con pena ridotta) un medico.

Tumore trattato con tisane ed erbe. Morì a 40 anni dopo aver tolto un neo. Assolto il santone che la curò

Assolto il ’santone’ Paolo Bendinelli e ridotta la condanna al medico Paolo Oneda. La Corte d’Appello di Genova ribalta la sentenza sui due imputati per la morte di Roberta Repetto nel 2020, uccisa dalle metastasi di un tumore dopo l’asportazione di un neo avvenuta nel 2018 ad opera dei due uomini, aiutati dalla psicologa Paola Dora, assolta anche in secondo grado. Il caso era finito in tribunale perché per l’operazione del melanoma erano state utilizzate pratiche alternative al centro olistico Anidra di Borzonasca, piccolo comune in provincia di Genova, nell’entroterra di Chiavari.

Infatti, secondo il pm che coordinò le indagini, la 40enne, figlia dell’ex sindaco della città chiavarese, fu operata alla schiena su un tavolo da cucina, senza anestesia ed esame istologico. Da lì in poi ecco delle cure alterne fatte di tisane, erbe, meditazioni e bagni nel fiume, fino alla morte nell’ottobre del 2020 all’ospedale di San Martino dove arrivò in condizioni disperate. Un modus operandi che portò la Procura di Genova, dopo le indagini, a chiedere 16 anni di condanna per il ’santone’ Bendinelli, fondatore del centro olistico ligure, e 14 anni per il chirurgo bresciano Oneda, un tempo in forza all’ospedale di Manerbio in Lombardia.

Richieste che già in primo grado erano state ridotte dalle condanne inflitte dal giudice dopo il processo svoltosi con il rito abbreviato. Per entrambi era arrivata una pena di 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo, mentre erano stati assolti dall’accusa di violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Gli imputati si erano sempre dichiarati innocenti: fu la vittima a non volersi mai recare al pronto soccorso. E ieri, dopo la sentenza di secondo grado, i legali di Bendinelli, Alessandro Vaccaro e Francesca Pastore, esclamano: "Non c’era nessuna setta, lo avevamo sempre detto. Il castello accusatorio si è sciolto. Il nostro assistito si è fatto un anno e mezzo di carcere". Parlano anche gli avvocati di Oneda, a cui è stata ridotta la condanna da 3 anni e 4 mesi a un anno e 4 mesi, Alberto Siriani e Giovanni Motta: "Riconosciute le attenuanti".

Tanta delusione invece per la sorella di Roberta, Rita Repetto (assistita dai legali Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei), dopo la sentenza in secondo grado: "Non ha ottenuto la giustizia che si merita. È alluncinante. Sono amareggiata e senza parole. È umanamente doloroso per me". Attesa la motivazione della sentenza, non si esclude un ricorso in Cassazione.

Nicholas Masetti