Mercoledì 24 Aprile 2024

Trump spegne TikTok: "Spia gli americani"

Da domani sarà impossibile scaricare la app cinese dagli store e dal 12 novembre smetterà di funzionare. Stesso destino per WeChat

Migration

di Giampaolo Pioli

TikTok e WeChat – le due app cinesi per messaggistica, musica e video che hanno oltre 100 milioni di utenti solo negli Usa, ma raggiungono cifre siderali sul mercato globale – entro 24 ore vedranno bloccato il loro download sull’intera rete americana. La comunicazione ufficiale è del ministro del commercio Usa Wilbur Ross, mentre quello del tesoro Steven Mnuchin non chiude ancora la porta completamente, lasciando intendere che il negoziato fra Oracle e ByteDance, che controlla TikTok, rimane ancora in piedi perché i cinesi, giovedì sera, hanno annunciato di essere disposti a rivedere il piano strategico di acquisto, assecondando i desideri dell’amministrazione Trump.

In un primo tempo Oracle non sarebbe andato oltre il 20% nella società ma adesso tutto è in discussione insieme alle garanzie di sicurezza sui dati. Ma a Donald Trump ancora non basta. Il presidente capisce che spingere per un’intesa prima del voto potrebbe avere un forte connotato politico, ma dopo essersi lanciato nello slogan "se votate Biden votate per la Cina", non può più fare marcia indietro e deve mostrare la faccia dura.

Le modifiche del piano in sostanza si basano sul controllo reale dei dati che TikTok e WeChat, posseduto da Tencent, raccolgono con la loro attività. Per la Casa Bianca "possono diventare un pericolo per la sicurezza nazionale se rimangono in mani cinesi" e diventeranno l’elemento chiave per il si o il no a una eventuale intesa privata Cino-americana che dovrebbe includere anche un forte versamento di denaro nelle casse del ministero del tesoro Usa.

L’ipotesi che TikTok, se passasse in mani Usa, potrebbe diventare una società pubblica in meno di un anno ed essere quotata allo stock exchange, se da un lato può rappresentare un elemento di attrazione per gli investitori privati, dall’altro il negoziato Oracle-ByteDance potrebbe aprire il capitolo dell’effettiva proprietà del colosso cinese che conta già investitori stranieri. E anche Walmart e Microsoft restano in corsa. "Vediamo cosa voglio fare" ha detto ieri sera Trump. Ma la partita molto più visibile si gioca sul potere d’influenza di questi mezzi telematici ad alta partecipazione popolare. La partita accentuata dalla corsa elettorale in America sta diventando sempre più politica di fronte anche agli irrigidimenti non solo commerciali ma anche militari fra Washington, sempre più determinata a vendere armi sofisticate a Taiwan, e Pechino che invece lo vuole impedire e minaccia la visita dell’inviato Usa a Taipei col sorvolo ravvicinato di aerei militari.

È molto probabile che l’ultimatum di domani per WeChat e TikTok possa venir spostato perché se tra 24 ore scatta il blocco del download e altre restrizioni che praticamente significheranno lo spegnimento di WeChat, il blackout totale per TikTok scatterà soltanto il 12 novembre. "Il partito comunista ha usato queste app per minacciare la nostra sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia americana", sostiene il segretario del commercio Ross proprio mentre l’ambasciatore Usa a Pechino sta per lasciare la capitale cinese per rientrare in Iowa. La tensione sta salendo e le società cinesi dicono: "Siamo in disaccordo", ma Trump è l’uomo del business e la sua è una partita a poker che ormai spazia dal Coronavirus ai dazi.