Martedì 23 Aprile 2024

Trump incriminato Incita i fan alla mobilitazione e attacca ancora Biden Torna l’incubo Capitol Hill

Tensione altissima. L’ex presidente si consegnerà martedì a New York: "Il giudice mi odia". Il suo avvocato Tacopina: "Niente manette, patteggiamento escluso". La Casa Bianca: no comment.

Trump incriminato  Incita i fan alla mobilitazione  e attacca ancora Biden  Torna l’incubo Capitol Hill

Trump incriminato Incita i fan alla mobilitazione e attacca ancora Biden Torna l’incubo Capitol Hill

di Giampaolo Pioli

NEW YORK

Ci sono transenne dappertutto. Sulla Fifth Avenue davanti alla Trump Tower e intorno al palazzo di Giustizia. Ci saranno proteste, si temono anche incidenti. Oltre 36.000 poliziotti, l’intera forza degli agenti in blue di New York è stata mobilitata da ieri mattina insieme con Fbi, Cia e Secret Service per evitare che si ripeta l’assalto del 6 gennaio 2021 al Congresso americano. Non solo New York, ma l’America intera sta per scrivere una pagina nuova della sua storia. Tra giustizia e politica. Alle 14.15 di martedì pomeriggio (le 20.15 in Italia) Donald Trump, dopo l’incriminazione del grand jury di giovedì, dovrà lasciare la sua residenza di Mar-a-Lago per presentarsi davanti al magistrato, farsi prendere le impronte digitali e scattare le foto segnaletiche. Un ex presidente indiziato che dovrà andare a processo: è il primo caso nella storia americana. Non si sa ancora se Trump comparirà in quello che sperava di trasformare in un arresto show con la perp walk, l’umiliante prassi delle forze dell’ordine di mettere alla berlina un arrestato facendolo camminare in un luogo pubblico a uso di fotografi e telecamere. Probabilmente il Secret Service e le forze dell’ordine cercheranno di garantire che tutto si svolga nella massima riservatezza prima del rilascio su cauzione.

Il tycoon, che si è già candidato alle presidenziali del 2024 e primeggia largamente nei sondaggi tra le file repubblicane, si sente lanciato verso la nomination.

Il partito lo difende: nessuno in questo momento osa rompere i ranghi e scaricarlo rischiando di inimicarsi la sua base elettorale.

Ma il front runner potrebbe dover affrontare uno tsunami giudiziario con accuse ben più gravi del falso in bilancio di cui deve rispondere a New York.

L’ex presidente – fanno sapere fonti di Mar-a-Lago – arriverà a New York nella giornata di lunedì e non è escluso che voglia organizzare un grande raduno per i suoi seguaci prima di presentarsi il giorno dopo come una vittima davanti ai magistrati.

Solo due giorni fa il tycoon, che si è trasferito in Florida alla fine della sua presidenza, aveva usato parole di elogio per il grand jury che da mesi sta ascoltando testimoni sul suo caso. Qualcuno lo aveva convinto che tutti quei ritardi portavano a pensare che l’incriminazione non ci sarebbe stata. Ma ieri è tornato ad attaccare sia i giurati segreti sia lo stesso procuratore Bragg, colpevoli secondo lui di essere "marionette manovrate dal finanziere Goerge Soros". "Il giudice mi odia – ha aggiunto –, a New York non è possibile un processo giusto". E ancora: "Il procuratore, invece di fermare l’ondata di criminalità sta facendo il lavoro sporco di Joe Biden". La replica della Casa Bianca è un no comment.

La figlia Ivanka, silenziosa da mesi, è scesa in campo per difendere il padre. Mentre i suoi fratelli lanciavano insulti sguaiati e complottisti in televisione, lei si è limitata a un semplice biglietto per dire: "Amo mio padre e amo gli Stati Uniti, oggi sono preoccupata per entrambi".

Sono oltre 30 i capi di imputazione contro il tycoon, e riguardano i presunti pagamenti illeciti alla ex pornostar Stormy Daniels, che ora brinda a champagne. La vicenda ruota intorno ai 130mila dollari versati perché non rivelasse durante la campagna del 2016 il suo affair di dieci anni prima col tycoon. Una somma pagata dall’allora avvocato – e ora super teste – Michael Cohen su disposizione di Trump, che lo avrebbe rimborsato con fondi aziendali sotto la falsa voce "spese legali", violando anche la legge sui finanziamenti elettorali. Il rischio è una ammenda, nel caso sia considerato un misfatto, o da 1 a 4 anni di carcere se classificato come reato. La difesa cercherà di far archiviare subito le accuse, prima che si arrivi al processo.

Come sostiene il suo avvocato difensore Joe Tacopina, all’ex presidente non saranno messe le manette. "Ed è escluso il patteggiamento". Gli saranno letti i capi d’imputazione ai quali dovrà rispondere "innocente" o "colpevole". L’intero procedimento non dovrebbe durare più di 60 minuti. Poi il The Donald dovrebbe tornare a piede libero. Intanto, la prima raccolta di fondi promossa subito dopo la notizia dell’incriminazione, sta dando risultati soprendenti. È in vendita anche una maglietta con la data del rinvio a giudizio: "Sto con Trump - 3.30-2023".