Giovedì 18 Aprile 2024

Trovata morta in salotto "Aveva il cranio fratturato" La svolta: arrestato il cugino

Il corpo della 62enne scoperto due mesi dopo il decesso. Ferite non compatibili con una caduta. Quando lei sparì, lui disse che era andata al mare. Resta il mistero del movente.

di Francesco Donadoni

Il cugino della porta accanto. A separare le due case un piccolo magazzino ora dato in affitto. Il cugino (di secondo grado) con cui Stefania Rota, 62 anni, andava a camminare in montagna. Quello con cui si confidava. Quello che non si è mai allarmato del fatto che Stefania fosse sparita. Anzi, aveva detto che forse era al mare. Un comportamento che non ha convinto gli inquirenti. Ieri mattina a Mapello, paese della Bergamasca, al citofono di Ivano Perico, 62 anni, stessa età di Stefania, hanno suonato i carabinieri per portarlo in carcere.

È la svolta del giallo su Stefania Rota, trovata priva di vita nel salotto della sua abitazione il 21 aprile, circa due mesi dopo la morte. Alla testa delle lesioni importanti, poi schizzi di sangue. Addosso aveva il cappotto e ai piedi le scarpe. Poteva sembrare una morte per malore, tanto che il caso stava per essere archiviato. Poi la retromarcia della Procura che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. Dall’autopsia è emerso che quelle lesioni alla testa difficilmente erano compatibili con una caduta: oltre alle fratture al cranio, l’ematoma al volto e lesioni alla cartilagine tiroidea. Ma è stata proprio la vittima a indirizzare gli investigatori.

In casa i militari hanno trovato un diario che Stefania aggiornava. Nelle pagine aveva descritto il "timore per un uomo". Perché? Cosa temeva? Le pagine del diario si fermano alla data dell’11 febbraio. Forse l’ultimo giorno della sua vita, o poco prima. Resta da chiarire il movente del delitto. Economico? Stefania viveva della pensione Inps, la casa l’aveva ereditata. Sentimentale? Potrebbe, anche se della donna tutti fanno un ritratto di persona schiva, poche amicizie.

L’auto di Stefania, una Ford Fiesta blu, ha continuato a circolare quando lei era già morta. È stato il tracciato Gps dell’antifurto satellitare a fornire ulteriori elementi agli investigatori. La Ford Fiesta ha continuato a essere utilizzata nei mesi successivi, prima di essere "recuperata" dai militari il 4 maggio. Inoltre, i carabinieri hanno accertato lunghi contatti telefonici tra la vittima e il cugino Ivano Perico, fino al giorno della morte. Poi il cellulare si è spento. Ed è iniziato il mistero.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro