Mercoledì 24 Aprile 2024

Trovata morta con le caviglie spezzate Giallo su una studentessa di 24 anni

Sul corpo segni di coltellate. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, dall’omicidio con violenza sessuale al suicidio

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di Nino Femiani

Dal posto in cui si trova, Grazia Severino potrebbe guardare le guglie bianche della basilica di Pompei. È in pieno centro, in via Carlo Alberto I Traversa, in linea d’aria è a meno di duecento metri dal Santuario e dalle strade affollate dello shopping di piazza Bartolo Longo.

Grazia prepara il suo compleanno, oggi avrebbe compiuto 24 anni, ma a quell’appuntamento non arriva viva. Non è ancora chiaro cosa sia davvero successo, fino a sera si rincorrono ricostruzioni con pochi, pochissimi punti fermi.

La prima pista è quella che dà una botta al cuore e scatena rabbia e dolore. Si parla subito di uno stupro finito in tragedia. Violentata, abusata all’ingresso di un garage buio e fetido, colpita da tre coltellate all’addome, e poi travolta dall’auto del suo aggressore che le spezza le caviglie. Una fine terribile, una morte atroce a pochi passi dalla città brulicante che sciama nelle strade dopo la riapertura delle botteghe e dei bar. Nascono subito i primi interrogativi. Possibile che nessuno, in quel condominio, abbia sentito le invocazioni di aiuto di Grazia o visto qualcosa? Eppure il fatto avviene poco prima delle 17, un’ora in cui in via Carlo Alberto I c’è grande movimento e quelle case sono attaccate come tanti bastoncini di shanghai. Immagini raccapriccianti sono quelle che si trovano davanti i sanitari del 118 e le prime persone che soccorrono la giovane vittima. Grazia è in una pozza di sangue, le caviglie spezzate e tracce di violenza sessuale sul corpo (presenterebbe lividi ed escoriazioni).

Nonostante il trasporto con l’ambulanza del 118 al vicino ospedale "San Leonardo" di Castellammare di Stabia, la giovane muore prima di entrare nel pronto soccorso. Sul brutale omicidio scattano immediatamente le indagini dei carabinieri di Castellammare e di Pompei, al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica degli eventi, coordinati dalla procura di Torre Annunziata guidata dal capo dei pm, Nunzio Fragliasso, fascicolo nelle mani del sostituto Antonio Barba. Ci si interroga per capire il movente, per fermare l’autore di un crimine che lascia increduli. Ma con il passare delle ore prende corpo anche un’altra ipotesi, anche questa raccapricciante per spiegare il giallo di Pompei.

Grazia non sarebbe stata colpita nel box, ma potrebbe essere stata vittima di un’aggressione in casa. Qui ci sarebbe stato il tentativo di stupro da parte di una o più persone e quando avrebbe tentato di ribellarsi sarebbe stata accoltellata. Con le ultime residue forze, in preda alla disperazione, si sarebbe affacciata alla finestra per cercare aiuto, ma sarebbe caduta davanti al garage spezzandosi le caviglie.

Ad avvalorare questa pista il fatto che, trapela nel riserbo strettissimo degli inquirenti, la borsetta della giovane donna era in un’abitazione al quarto piano. "Ma se si fosse autoinflitta le coltellate e si fosse poi buttata dal balcone in preda alla disperazione? Le coltellate e le escoriazioni sono ferite compatibili con un volo dal quarto piano", azzarda un vicino. È la terza ipotesi in un contesto ancora torbido con tanti interrogativi e poche certezze. Arrivano gli uomini della Scientifica che perlustrano palmo a palmo il cortile e l’ingresso del garage. Nessuno entra, nessuno esce nello stabile, bisogna trovare una spiegazione a un mistero fitto. L’esame autoptico, già disposto dal pm Barba, potrebbe fare chiarezza sulle cause della morte e sull’enigma delle caviglie spezzate.