Giovedì 18 Aprile 2024

"Troppo arroganti"

Migration

Viviana

Ponchia

Non risulta che nelle discoteche si sia mai svolto un certamen con traduzioni di brani classici o medievali. Ma qualche ragione deve averla il titolare del Village di Varese, che chiude per un po’ il locale perché stufo dell’arroganza dei ragazzi e di quello che esce dalle loro bocche. Fra uno "zio", un "bro" e un "fra" si è stancato dei suoi clienti, adolescenti lessicalmente debosciati, spacciatori di documenti falsi e inclini alla rissa.

"Non chiudiamo perché ci fanno chiudere ma perché ci avete rotto il c…" scrive il 45enne Daniele Lamperti su Facebook, dimostrando con questo di avere preso un po’ l’accento dei sedicenni che lo indispongono. Dice che è colpa dei genitori che non insegnano l’educazione. Che quando aveva lui 18 anni un buttafuori era una figura di riferimento e veniva rispettato. Va bene una ripulita ai modi, ma stiamo "scialli" (dal romanesco, per invitare qualcuno a stare sereno).

Per essere stata giovane e per avere un "bro" che gira per casa so che fino a una certa età inventare lingue parallele è una tappa obbligata della crescita. Si comincia con l’alfabeto farfallino e si finisce dentro quel parlare cifrato che i linguisti chiamano giovanilese, una funzione tribale tutto sommato innocua per distinguersi dai grandi. Si storpia dove si può, altrimenti si inventa. E a un certo punto basta, perché non c’è niente di più triste che sentire un quarantenne dire al figlio: "Serata devasto? Tranqui che ce la fai anche quest’anno". È sempre utile conoscere la lingua del nemico.

Approfittando del materiale di prima mano mi sono dotata di un vocabolario minimo per sopravvivere casomai mi facessero clannare (entrare) al Village. Adesso so per esempio che "ciorro" si riferisce a qualcuno non bellissimo, mentre non devo montarmi la testa se mi dicono "bella", che equivale a un "ciao" (di qui "bella zio" affibiabile anche a un ciorro).

Le parole arrivano, spariscono, ritornano senza fare danni. "Ciospa" nel mio liceo era sinonimo di racchia, oggi vuol dire sigaretta. "W8" sta per aspettare e "Cinesata" per oggetto di scarsa qualità, ma per ora i cinesi fanno finta di niente come pure il "bangladino" all’angolo.

Ragazzi, continuate a parlare come vi pare e state lontani solo dal linguaggio della burocrazia adulta che "in orario antimeridiano" (di mattina) chiede al "nubendo" (lo sposo) di portare un "teste fidefaciente" (testimone). Ovviamente non picchiate il buttafuori.